Le mafie si stanno estendendo con una velocità incredibile in ogni continente. E’ stato necessario e importante guardare al fenomeno attraverso questa lente. Le mafie stanno attaccando un patrimonio mondiale: i diritti umani. La mentalità mafiosa, diversa da organizzazione mafiosa, sta assecondando comportamenti illegali in ogni aspetto della vita quotidiana. Rita Atria, collaboratrice di giustizia, morta suicida il 26 luglio 1992 a 17 anni, diceva: “Io che ho respirato la mafia, penso che non possiamo sconfiggerla finché non sconfiggeremo la mafia che è dentro di noi”. Tutto ciò che è mafioso e illegale, non garantisce i diritti umani. Secondo quest’ottica le mafie e i comportamenti mafiosi si potranno sconfiggere solo attraverso la promozione dei diritti umani. Questo metodo potrebbe diventare il comune denominatore nella lotta alle mafie di ciascun paese. In Colombia, le mafie si sono organizzate in modo da avere il controllo non solo economico del paese, ma anche quello statale. Le azioni illegale sono coperte tramite il ramo legislativo ed esecutivo e, per mantenere l‘ordine, ogni forma di attivismo viene soffocata. Attualmente, i difensori dei diritti umani sono considerati dallo Stato terroristi e sovversivi. E’ stato cerato ad hoc per loro un servizio di Intelligentia strategica per neutralizzare i gruppi con atteggiamento definito offensivo nei confronti dello Stato. Sono servizi segreti che portano avanti quest’obiettivo spiando tramite l’intercettazione e il pedinamento, non solo i singoli attivisti per i diritti umani, ma anche magistrati e giornalisti. Il sistema politico colombiano permette queste violazioni e, soprattutto, ne trae vantaggio. Anche in Russia è difficile capire la differenza tra l’azione del governo e quella della criminalità organizzata. Non si riesce a fare una distinzione accurata. Il diritto più violato in Russia è la difesa personale. Le persone stanno iniziando a manifestare per affermare i propri diritti, ma la polizia attacca e picchia i manifestanti. L’azione delle forze dell’ordine è gestita e organizzata tramite gruppi criminali. Le aggressioni sono anche contro i blogger, i giornalisti e tutti coloro che denunciavano questi crimini. Attualmente il governo russo sta cercando di chiudere anche skype, l’unico canale indipendente per la libertà di espressione. La motivazione è “pubblica sicurezza”. Questi sono solo degli esempi per capire ciò che sta accadendo nel mondo attualmente a causa delle attività illecite delle organizzazioni criminali. Le mafie sono cambiate, si sono evolute. Sono diventate trasversali e transnazionali. Hanno molti soldi e stanno investendo in ogni parte del mondo dove hanno le possibilità di arricchirsi. Le mafie italiane stanno mettendo in atto nuovi accordi con le altre mafie, come quella russa, albanese e nigeriana.
mercoledì 28 ottobre 2009
CONTROmafie
Le mafie si stanno estendendo con una velocità incredibile in ogni continente. E’ stato necessario e importante guardare al fenomeno attraverso questa lente. Le mafie stanno attaccando un patrimonio mondiale: i diritti umani. La mentalità mafiosa, diversa da organizzazione mafiosa, sta assecondando comportamenti illegali in ogni aspetto della vita quotidiana. Rita Atria, collaboratrice di giustizia, morta suicida il 26 luglio 1992 a 17 anni, diceva: “Io che ho respirato la mafia, penso che non possiamo sconfiggerla finché non sconfiggeremo la mafia che è dentro di noi”. Tutto ciò che è mafioso e illegale, non garantisce i diritti umani. Secondo quest’ottica le mafie e i comportamenti mafiosi si potranno sconfiggere solo attraverso la promozione dei diritti umani. Questo metodo potrebbe diventare il comune denominatore nella lotta alle mafie di ciascun paese. In Colombia, le mafie si sono organizzate in modo da avere il controllo non solo economico del paese, ma anche quello statale. Le azioni illegale sono coperte tramite il ramo legislativo ed esecutivo e, per mantenere l‘ordine, ogni forma di attivismo viene soffocata. Attualmente, i difensori dei diritti umani sono considerati dallo Stato terroristi e sovversivi. E’ stato cerato ad hoc per loro un servizio di Intelligentia strategica per neutralizzare i gruppi con atteggiamento definito offensivo nei confronti dello Stato. Sono servizi segreti che portano avanti quest’obiettivo spiando tramite l’intercettazione e il pedinamento, non solo i singoli attivisti per i diritti umani, ma anche magistrati e giornalisti. Il sistema politico colombiano permette queste violazioni e, soprattutto, ne trae vantaggio. Anche in Russia è difficile capire la differenza tra l’azione del governo e quella della criminalità organizzata. Non si riesce a fare una distinzione accurata. Il diritto più violato in Russia è la difesa personale. Le persone stanno iniziando a manifestare per affermare i propri diritti, ma la polizia attacca e picchia i manifestanti. L’azione delle forze dell’ordine è gestita e organizzata tramite gruppi criminali. Le aggressioni sono anche contro i blogger, i giornalisti e tutti coloro che denunciavano questi crimini. Attualmente il governo russo sta cercando di chiudere anche skype, l’unico canale indipendente per la libertà di espressione. La motivazione è “pubblica sicurezza”. Questi sono solo degli esempi per capire ciò che sta accadendo nel mondo attualmente a causa delle attività illecite delle organizzazioni criminali. Le mafie sono cambiate, si sono evolute. Sono diventate trasversali e transnazionali. Hanno molti soldi e stanno investendo in ogni parte del mondo dove hanno le possibilità di arricchirsi. Le mafie italiane stanno mettendo in atto nuovi accordi con le altre mafie, come quella russa, albanese e nigeriana.
lunedì 19 ottobre 2009
Zwahreh: il volto di una madre
Quello di Zwahreh è un villaggio di circa 2000 abitanti. Se potesse avere un volto secondo me avrebbe quello di una madre palestinese e di una vigorosa donna che ha raccontato della sua vita e di suo figlio in particolare. Suo figlio ha studiato all'universita' di Betlemme presso la facolta' di fisica, divenendo uno degli studenti piu meritevoli. Vince una borsa di studio in Italia, a
"Il nostro problema non e' la gente israeliana, ma il governo israeliano", ha affermato con forza. Sembrava quasi di sentirle vive le sue parole, nel senso che assumevano una forma di vita. Con la stessa forza e fierezza ci accompagna nella scuola dove lei e altre donne preparano il pranzo per tutti i bambini delle scuole
mercoledì 14 ottobre 2009
No place like home
Proprio questa mattina mi sono soffermata sulla scritta che il nostro amico autista palestinese di Betlemme ha appesa al finestrino dell'autobus: "No place like home". Nessun luogo e'
Siamo in una breve strada senza asfalto. Di fronte a noi c'e' una casa tipo villetta in costruzione. Due operai israe;iani che sono sul tetto ci fanno delle foto con I cellulari. Per costruire questa casa e' stata mandata via una famiglia: la famiglia di Nasser. Nel momento in cui sono stati cacciati, hanno iniziato a vivere li' davanti in una tenda. In quell'istante avrebbero ottenuto la status di rifugiati e forse sarebbero stati mandate in un campo profughi. Ma Nasser e la sua famiglia ha deciso di rinunciare a questo staus per continuare a vivere li', perche' quella e' la loro casa e la loro terra. Conservano ancora le chiavi e non hanno intenzione di andarsene. I giornalisti di Rai news 24 che erano con noi hanno provato a fare delle domande ai coloni israeliani riguardo alla casa di Nasser. La loro risposta e' stata: "Lasciateci I vostri numeri di telefono. Vi richiameremo noi quando decideremo di rispondere".
domenica 11 ottobre 2009
Stada 443, da Gerusalemme a Ramallah
Betlemme attraverso lo sguardo di Naivf
Betlemme non mi e' sembrata una citta' molto grande, era possibile percorrerla a piedi ma l'istinti mi ha suggerito di prendere un taxi. Aveva ragione. Lui, un uomo sulla cinquantina e' stato la mia guida per tutta mattinata in giro per Betlemme. Guardare la citta' attraverso i suoi occhi e' stato incredibile, mi ha mostrato cose che forse nemmeno immaginavo. Occhi vivi e speranzosi di vedere un cambiamento tra i due popoli. Ma anche occhi sofferenti di chi ha vissuto e vive la segregazione. Il momento migliore e' stato vedere forse il piu' grande insediamento israeliano. Mi ha condotto presso una delle starde di passaggio principale fiancheggiata da un alto muro di reti di ferro intrecciati in cui circola elettricita'. I palestinesi non possono entrare ne' passarvi attraverso per raggiungere Gerusalemme. La cosa peggiore pero' e' il controllo che l'autorita' israleiana ha assunto anche sulla costruzione e demolizione delle case. I palestinesi di betlemme hanno visto portare via le loro case di proprieta' o le hanno viste demolire, insieme alle scuole. In questo contesto inizio a capire un po' ,eglio i significati di segregazione, chiusura, desiderio di pace. Assumono vita, nel senso che si concretizzano in questo luogo. Diventano visibili e chiari nella loro interezza.
PS.
Un caro saluto alle mie amiche e compagne di studio che aspettano di sapere che sto bene!
martedì 6 ottobre 2009
Il corpo delle donne
http://www.ilcorpodelledonne.net/?page_id=89
lunedì 5 ottobre 2009
Ferrara Internazionale
