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sabato 9 aprile 2011

VINitaly


Il sole ti annuncia che è giorno facendo il suo silenzioso ingresso attraverso la tendina rossa della villetta sulle rive del lago di Garda. Gli uccelli canticchiano, il vento è leggero, l'aria è fresca, il silenzio è a tratti interrotto dal lago che sbatte sui sassi. C'è pace stamattina. E' una strana sensazione di ben-essere. Direi che siamo pronti per affrontare un insolito e interessante weekend di-vino.
Riconoscere un buon vino è sicuramente un'arte. Che forse io non avrò mai. Ma è simpatico e piacevole provarci. Imparare a distinguere un Aglianico dall'intenso sapore di frutti rossi leggermente vanigliato da un Passito all'arancia candita da un delicato Grillo aromatizzato ai fiori è una bella esperienza. Mi è piaciuto ascoltare la voce degli esperti del settore. Scoprire cose che non sapevo. Fare confronti e trovare differenze tra le varie cantine italiane. Anche questa azione mi ha comunicato qualcosa di alternativo. Riscoprire gusti, sensazioni, confronti. Allora, viva il vino. Il buon vino. Che unisce culture, territori, persone.

lunedì 4 aprile 2011

Noi e loro

Incontrarsi per discutere di guerra. E di pace. Associazioni, partiti, sindacati, gruppi di civili. I pochi presenti hanno parlato, discussi e proposto. C'è una guerra che ormai si consuma da mesi. Forse da anni. A pochi chilometri. Ma ci siamo dentro. Tutti. L'Italia, l'Europa, il mondo. Vedo e sento l'abbandono delle responsabilità e del buon senso. Uomini e donne che hanno avuto il coraggio e la forza di opporsi a regimi dittatoriali fondati sulla bugia. Che hanno avuto la forza di mettersi in viaggio su un barcone rischiando la vita. In nome della libertà e della volontà di prendere in mano il proprio futuro e iniziare a costruirlo. Dalla riva opposta: una politica dei respingimenti, della delega e delle tendopoli. Il momento storico che stiamo vivendo non è facile. Ma pochi stanno facendo la loro parte. Le Risoluzione delle Nazioni Unite del 1973 chiede l'applicazione di due obiettivi fondamentali: l'immediato cessate il fuoco e nessuna violenza sui civili. Oggi si spara ancora in Libia. Nuove bombe. A Brega e a Ajdabiya. E l'Onu si scusa. Non bastano più solo le scuse. E' necessario impegnarsi a trovare soluzioni concrete che mettano al centro il rispetto dei diritti umani con una vera politica dell'accoglienza. Quell'accoglienza che ci stanno insegnando le vecchie signore di Lampedusa o di Manduria. Le uniche che veramente stanno dimostrando al mondo istituzionale e alle istituzioni nel mondo come ognuno può fare bene la propria parte. Che si cominci a Dialogare. Un dialogo costruttivo. Tra Istituzioni nazionali, europee e internazionali. E con i migranti stessi. Persone che vanno accolte e accompagnate.Come risorsa. Non come emergenza.