Scrivere le 2011 idee elaborate in questi ultimi mesi in vista dell'anno nuovo sarebbe troppo complicato e forse anche noioso. Scriverne alcune può risultare invece interessante. Da questo nuovo anno non voglio aspettarmi nulla. Non voglio aspettarmi nulla da questo governo e da tutti quelli che prendono scelte decisionali a livello nazionale e globale. Dai politici o dai sindacati. Dalle Ong o dai comitati specifici. Dall'Italia delle emergenze o da quella dei "io non vado più a votare". Dalla Chiesa o dai gruppi associativi. Preferisco invece aspettarmi da me stessa di portare avanti almeno la metà delle idee elaborate. Voglio un anno in cui potrò finalmente realizzare un elaborato di tesi che possa darmi soddisfazione e che possa essere uno specchio pulito della realtà, privo di ogni giudizio o lente deformante agli occhi del lettore. Un anno di cambiamenti: città, casa, macchina, compagni di viaggio, libri, persone; il quale comporta inevitabilmente paure ed entusiasmi che si alternano nel corso dei giorni. Un anno con la voglia e l'intenzione di migliorare una lingua, leggere con più assiduità, trovare un lavoretto nel weekend, diventare una volontaria presente e attiva nella Jerry Masslo, svolgere per bene il mio ruolo di tirocinante. Sarà l'anno giusto per laurearmi, continuare a viaggiare, andare per un mese a lavorare in una fattoria, provare a fare domanda di servizio civile all'estero, prendermi cura di una pianta, incontrare una persona speciale che mi stimoli la mente e che mi faccia accelerare il battito del cuore.
Alcune idee ci sono. Altre si svilupperanno. Il tempo per darle una vita sembra proprio iniziato.