DIETRO AI NUOVI TERMOVALORIZZATORI CAMPANI SI NASCONDE ANCHE IL GIALLO DELLE PERCENTUALI DI RIFIUTI DA BRUCIARE.
E' chiaro che senza le dovute garanzie politiche degli aiuti economici, quali i CIP6, ai nuovi inceneritori campani, tra cui l’ipotetico termovalorizzatore di Salerno, non ci fosse stato nessuna intenzionalità a bruciare i rifiuti. Ma ciò che ora suscita non pochi sospetti sono le reali percentuali di rifiuti che si vuole inviare alla combustione. La favoletta dei termovalorizzatori che risolvono tutti i nostri problemi tra cui l’emergenza rifiuti in Campania senza alcun costo per l’ambiente e per le tasche dei cittadini non incanta più nessuno, neppure chi li costruisce e li gestisce. Le tecniche alternative allo smaltimento che prevede la combustione dei rifiuti urbani attraverso i termovalorizzatori, ci sono. Prediligere una politica di riduzione a monte di rifiuti ed imballaggi seguita da una raccolta differenziata collegata ad una seria rete di filiere del recupero, del riciclaggio e della rivalorizzazione della materia quale ad esempio gli impianti di compostaggio.
Ora, l'allarme non sono solo i CIP6, ma le reali quantità di rifiuti campani che si vorrebbero incenerire e quindi, di fatto, sottrarre alle filiere della raccolta differenziata.
La produzione di rifiuti urbani nella sola Provincia di Salerno è all’incirca di 470.000 tonnellate all’anno (fonti APAT), così come previsto dal D.lgs 152/06, con il 45% di raccolta differenziata da raggiungere entro il 31.12.2008, da smaltire resterebbero solo 258.066 tonnelate all' anno, con il 65% entro il 31.12.2012, da smaltire resterebbero solo 164.224 tonnelate all' anno.
Ma nel bando di gara per l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti solidi urbani da realizzare a Salerno (RSU e RSA) si parla di potenzialità non inferiori alla totalità dei quantitativi di rifiuti prodotti nella Provincia di Salerno (450.000-500.000 T/A).
Quindi in sostanza si vuole prevedere di incenerire l’intera produzione di rifiuti pregiudicando completamenti il contributo positivo che la raccolta differenziata può dare.
L’oltre 80% dei rifiuti campani è costituito da materiale riciclabile: è il risultato dell’analisi merceologica dei rifiuti condotta dagli stessi tecnici del Commissariato di Governo delegato al superamento dell’emergenza rifiuti in Campania.
La produzione di rifiuti urbani nella sola Provincia di Salerno è all’incirca di 470.000 tonnellate all’anno (fonti APAT), così come previsto dal D.lgs 152/06, con il 45% di raccolta differenziata da raggiungere entro il 31.12.2008, da smaltire resterebbero solo 258.066 tonnelate all' anno, con il 65% entro il 31.12.2012, da smaltire resterebbero solo 164.224 tonnelate all' anno.
Ma nel bando di gara per l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti solidi urbani da realizzare a Salerno (RSU e RSA) si parla di potenzialità non inferiori alla totalità dei quantitativi di rifiuti prodotti nella Provincia di Salerno (450.000-500.000 T/A).
Quindi in sostanza si vuole prevedere di incenerire l’intera produzione di rifiuti pregiudicando completamenti il contributo positivo che la raccolta differenziata può dare.
L’oltre 80% dei rifiuti campani è costituito da materiale riciclabile: è il risultato dell’analisi merceologica dei rifiuti condotta dagli stessi tecnici del Commissariato di Governo delegato al superamento dell’emergenza rifiuti in Campania.
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