sabato 11 dicembre 2010
Il dittatore del bunga bunga
lunedì 29 novembre 2010
Resto o vado
venerdì 26 novembre 2010
Un Ponte di affari

giovedì 25 novembre 2010
Le donne del sud
Le Donne del sud sono attente e appassionate. Sono testarde e sempre convinte di quale sia la cosa giusta da fare. Hanno una forza di volontà e di sacrificio che va aldilà delle loro stesse aspettative.
Le Donne del sud sono vere e in ogni gesto sanno mostrare la loro autenticità. Sanno capire, perchè in grado di guardare oltre, perchè non si accontentano e perchè hanno uno spiccato senso dell'osservazione.
Le Donne del sud seguono il loro istinto e, spesso, si rivela la strada migliore da percorrere. Hanno un carattere forte, una buona arma per garantirsi il rispetto ed evitare la sottomissione. Vedono la loro terra straziata, i loro figli partire, il loro cuore frantumato ma non perdono mai la capacità di lottare.
Le Donne del sud hanno imparato ad usare rabbia e sofferenza e trasformarle in coraggio e voglia di vivere. Non smettono mai di ridere e trovano sempre il tempo di guardare in faccia il sole della loro terra.
Le Donne del sud ti sapranno sempre accogliere con rispetto e con una buona tazza di caffè, anche se non ti conoscono affatto. Troveranno sempre una soluzione che ti possa aiutare se lo chiederai. Sanno mettere i loro problemi da parte per concentrarsi sui tuoi.
Le Donne del sud sanno ascoltare, piangere e consolare nei momenti giusti, a volte senza dire troppe parole. Sanno prepararti una buona cena, organizzarti un momento speciale, o rendere speciale un momento banale.
Le Donne del sud sono le tue nemiche più forti se tradisci la loro fiducia, se manchi loro di rispetto e se pensi di usarle a tuo vantaggio. Loro sanno scovare la verità. A volte vedono ma fanno finta di non vedere. Piangono quando nessuno può vederle. E mostrano una leggera soddisfazione quando dentro si sentono orgogliose.
Le Donne del sud cambieranno il mondo perchè hanno le caratteristiche fondamentali per farlo e per riuscirci davvero.
lunedì 18 ottobre 2010
CORRUZIONE come sistema culturale
lunedì 11 ottobre 2010
Bologna I love u
venerdì 8 ottobre 2010
La Terra è di tutti?!

lunedì 4 ottobre 2010
Internazionale a Ferrara
lunedì 27 settembre 2010
Ricercatori in rivolta
lunedì 16 agosto 2010
preGIUDIZIO
martedì 29 giugno 2010
rESISTEre
lunedì 17 maggio 2010
26 km per la pace
Qualche risposta è arrivata dalle storie di vita, dalle esperienze, dall'ascolto. Fare la pace costa fatica, tempo, energie. Ma forse è l'unica cosa per cui vale la pena anche solo provarci. In fondo, come diceva qualcuno, la bellezza a volte sta nel tentare.
venerdì 30 aprile 2010
Lo spreco dei ricchi per i poveri
domenica 25 aprile 2010
Un 25 aprile di commozione
domenica 21 marzo 2010
Legami di responsabilità
lunedì 1 marzo 2010
Un giorno senza NOI
domenica 14 febbraio 2010
Senza parole, solo rabbia
All'improvviso, l'elemento razionale, che caratterizza la sottile maturità degli anni e un buon lato della personalità, prende il sopravvento. D'improvviso tutto è immobile, fermo, vuoto.
lunedì 25 gennaio 2010
"Scusi Signora"
mercoledì 13 gennaio 2010
Crisi finanziaria e mafie
Secondo Roberto Saviano, per capire questa crisi e il suo forte rapporto con il crimine organizzato, è necessario fare qualche passo indietro. Negli anni 90, quello della NCO (Nuova Camorra Organizzata) era il conflitto che portava più sangue nel mondo. La NCO implode perché Cutolo inizia a investire tantissimo denaro contando sull’appoggio politico. Ecco l’importanza della liquidità. Liquidità significa una sola cosa per le organizzazioni criminali: stipendi. Se paghi le famiglie, anche quelle dei carcerati, se metti a stipendio molte persone, l’organizzazione è salda. Se invece non hai questa possibilità, gli stipendi ritardano, i familiari di chi è in galera iniziano a vivere male la loro situazione, succede che tradiscono, passano dall’altro lato, iniziano a pentirsi. Quindi liquidità significa sicurezza e controllo. Ma la liquidità è anche lo strumento fondamentale per conquistare un cartello e, quindi sopraffare chi ne è già in possesso. Moltissimi cartelli hanno fatto un passo in avanti. Detestano rischiare nell’ambito del narcotraffico, così fanno soltanto cemento. Ma la crisi è arrivata anche lì, nel settore immobiliare, e quindi si trovano in difficoltà sul piano della liquidità. Infatti, stanno vertiginosamente cercando di tornare alla cocaina, perché è quella che dà più liquidità, persino le estorsioni non danno tanta liquidità. Oggi, il meccanismo del racket è andato sempre più elaborandosi: non c’è più il denaro che viene versato o la carta moneta che viene data in mano all’estorsore, questo accade per i clan minori. In realtà il racket è tutto un sistema di scambi e privilegi: tu appalti l’azienda del clan che trasporta un bene e in cambio quel prodotto viene messo in commercio. Il sistema del racket non porta liquidità, a differenza della cocaina, perché quest’ultima viene pagata in contanti e subito. La crisi è un incredibile occasione per la criminalità organizzata. Innanzitutto perché, attualmente, i propri affiliati sono disposti a lavorare con uno stipendio che è la metà rispetto a due anni fa. Non è una cosa da poco. Gli spacciatori dei cartelli di Scampia, a Napoli (minorenni o in età che non prevede ancora la formazione di una famiglia), lavoravano per 500 euro a settimana. Oggi la metà. Accade che, anche i piccoli cartelli (o cartelli che giravano attorno a grandi agglomerati criminali di piccole famiglie) riescono a spacciare, perché danno uno stipendio minore. Inoltre, nel momento in cui le aziende entrano in crisi, la criminalità organizzata inizia il suo gioco economico. Presta contanti liquidi, garantisce la distribuzione del prodotto, mette a disposizione agenti, soprattutto quelli che lavorano sul singolo prodotto (come ad esempio, latte o carne). Tutti questi elementi innescano un meccanismo di rapporto diretto con l’azienda, fino a quando questi personaggi diventano prima azionisti e poi addirittura proprietari dell’azienda. Quando diventano proprietari, mettono a stipendio i veri proprietari. In questo modo, succede che l’azienda resta gestita dal vecchio proprietario e quest’ultimo è ben felice, perché a lui sono garantiti 3 mila euro al mese, ma l’azienda appartiene al clan. Tutto questo spiega perché la crisi è un’opportunità e come sta aprendo molte porte ai criminali organizzati. In ultimo, un dato sconcertante è stato quello pronunciato dall’Onu qualche mese fa (in Italia abbastanza ignorato) riguardo l’entrata nelle banche dei capitali del narcotraffico. Entrata che veniva studiata non tanto come una pericolosità immediata, quanto come una pericolosità a lungo termine. Ossia, se la criminalità organizzata entra oggi, soprattutto nelle piccole banche, quello che determineranno sarà il futuro, non il presente. Quando ci sarà la ripresa economica, questi capitali entrati nelle banche, che tipo di credito daranno? Quali gruppi imprenditoriali sosterranno? Ci dobbiamo aspettare una ripresa determinata dai cartelli criminali?
Una delle responsabilità di questa crisi è stata la disattenzione sistematica e costante dei grandi media nazionali e internazionali sulla questione criminale. Questione che, se fosse stata monitorata in maniera diversa, se i media avessero investito soldi su operatori, scrittori, reporter, intellettuali, osservatori, sociologi, antropologi, la possibilità di osservare questi meccanismi forse ci avrebbe dato l’opportunità di capire il percorso dell’economia e i palpiti della finanza.