

Il summit di Nairobi rappresenta in qualche modo un passo importante anche per l'Italia che ha partecipato in maniera attiva alla sua realizzazione fornendo un quarto dei fondi complessivi che ne hanno permesso la realizzazione. «Non è solo una questione di finanziamenti», spiega Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci, che ci tiene a descrivere uno dei progetti più significativi del forum: una rete mondiale di soggetti diversi che sta nascendo per occuparsi di tutte le tematiche legate all’immigrazione. In una realtà globalizzata come quella in cui viviamo, prosegue Beni, non si può continuare ad avere paura del “diverso”. «L’integrazione è necessaria non solo a parole, un dialogo non lo si può inventare lo si deve costruire con attenzione e interesse vero». La scommessa di questo Forum è, infatti, proprio la ricerca di partecipazione dal basso degli africani (delle donne, delle fasce più povere della popolazione), e i temi portanti del meeting saranno la lotta all'Aids, il peso del debito, la sovranità alimentare, gli accordi di commercio imposti dall'Europa e dai paesi più ricchi, i diritti delle donne.
«Questo è un Paese dove ci sono le persone più povere e violentate della terra, i loro fondamentali diritti negati, c’è la voglia di liberarsi dalla violenza che li opprime. C'è la voglia di riscatto di tutti quei milioni di persone che ogni giorno sono costretti a combattere la guerra più difficile: quella contro il morso della fame e dell'ingiustizia», commenta Flavio Lotti, uno degli organizzatori italiani del meeting e coordinatore nazionale della Tavola della Pace.
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