Che effetto fa parlare di Natale, di festa, di "buon anno", di luci accese, regali sotto l'albero, super pranzi, da un'altra parte del pianeta? Che effetto fa pensare al Natale o al prossimo anno in Congo, dove proprio il 25 dicembre sono stati massacrati 400 civili? O a Gaza dove si continua a sparare e a morire? O nelle case europee e italiane sempre più povere?
Forse,mai come in questo momento storico, il mondo ha sentito l'esigenza di pace e di speranza per il futuro. Perchè siamo ancora in tempo per cambiare e per aggiustare le cose. Non sarà facile e nemmeno troppo economico rimetere le cose al loro posto, ma ci dobbiamo almeno provare. A partire dall'essere umano. Mettiamo l'essere umano al centro della vita politica, economica e sociale. Al centro dei nostri comportamenti, dei nostri acquisti e consumi. Quando guidiamo o guardiamo la tv, quando discutiamo o camminiamo per strada, quando concludiamo un affare o ci rechiamo in banca. Quando andiamo in discoteca, quando beviamo una birra, quando facciamo un regalo a qualcuno, quando ci laviamo i denti. Ricordiamoci dell'essere umano quando navighiamo su internet o quando ci spostiamo in un altro paese; quando un mendicante insiste per pulire i vetri della nostra automobile, quando facciamo la fila alle poste, quando un nero vuole venderci a tutti i costi una cianfrusaglia, quando la burocrazia mette a dura prova la nostra pazienza o quando riceviamo 10 euro in più di resto per una distrazione del tabaccaio.
Che questo nuovo anno possa cambiare le scelte di ognuno di noi per costringere coloro che hanno ruoli decisionali nella vita politico-economica del nostro pianeta a dare finalmente importanza all'essere umano. Chissà, forse in questo modo, avremo la possibilità di mettere al mondo dei figli in un posto un pò più pulito di come si presenta oggi.
Un augurio di pace al nostro mondo.
Un augurio di pace al nostro mondo.
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