Repubblica.it > Esteri

Pagine

domenica 28 settembre 2008

Globalizzazione e linguaggio

Negli anni '70, con l'inizio della globalizzazione, inizia a scomparire sempre di più l'economia nazionale per cedere il posto ad un capitalismo nuovo. Gli stati nazionali entrano in crisi, il patto sociale si sgretola e il welfare state crolla. Questa crisi generale è il risultato di un mondo che inizia a cambiare, così come le richieste di benessere non sono più le stesse. Da questi anni, va in crisi anche il linguaggio: le parole assumono una forma diversa perchè cambia la realtà circostante e di conseguenza si modificano i concetti che sono dietro ogni parola. Per la prima volta, negli anni '60, un gruppo di ricercatori si pone il problema de "i limiti della crescita", riflettendo sulle capacità del mondo di rispondere a delle esigenze sempre maggiori. S'introduce, in questo modo, il concetto di mondialità. Si inizia a discutere sul futuro del mondo, destinato alla fine (non molto lontana), se continuiamo a consumare così come stiamo facendo. Da quest'analisi, nasce la consapevolezza di essere un sistema planetario, non più un territorio definito da confini ben marcati e da un popolo con la stessa cultura, religione e stile di vita. Le risposte alla mondialità arrivano negli anni successivi, attraverso la definizione di tre nuovi concetti: globalizzazione, universalizzazione e mondializzazione. La globalizzazione è la risposta che i paesi ricchi "inviano" ai paesi poveri. L'Occidente, in questo modo, si rende conto che, sposando questa missione, può espandersi e conquistare nuovi mercati. Il consumo subisce una riorganizzazione, non solo al Nord. La produzione si sposta dal luogo di consumo. L'Occidente assume potere e controllo sul resto del mondo. Di fronte a questo scenario, inizia a formarsi un gruppo di persone che si accorge della negatività di questo fenomeno e degli effetti distruttivi nei confronti di altri paesi e del pianeta. Questi gruppi si uniscono dando vita alle Organizzazioni Non Governative, che cercano di contrastare il potere occidentale. In questo momento, siamo intorno agli anni '80, nasce ua nuova parola: universalizzazione, la quale racchiude in sè la risposta di tutto il terzo settore nei confronti dei danni che sta facendo la finanziarizzazione e il consumismo. Un'altra risposta, diversa da quella che propone la mondialità, è la mondializzazione. Ossia, tutte le comunità, o i vecchi stati nazionali, i quali, crescendo, impongono, al resto del mondo, nuove forme di gestione delle risorse.
In questo scenario, che ci porta fino a oggi, due scuole di pensiero si scontrano. La prima, afferma che la globalizzazione è una forma strutturale, dunque è fortemente legata al contesto territoriale di riferimento, ed è da lì che è necessario partire per capire a fondo la questione. La seconda, prevalente, afferma che la globalizzazione è un evento naturale, che si lega alle politiche neoliberiste messe in atto.

domenica 21 settembre 2008

Incontri viaggianti

Sabato 13 settembre. Ore 13:15. Intercity diretto Bologna-Napoli. Carrozza 10. 5 persone. 5 sconosciuti. Esattamente quando si dice: trovarsi al posto giusto nel momento giusto...e aggiungerei...con le persone "giuste"(per quel momento preciso).
La teoria sociologica della facilità e dell'immediatezza del dialogo e dell'apertura esperenziale di fronte a degli sconosciuti prende forma, e si applica in un attimo, perdurando fino alla fine di un viaggio passeggero.
La profondità di discorsi quotidiani e globali, e poi lontani e contemporanei, ha regalato l'opportunità di allontanarsi per qualche momento dalla relazione tra sconosciuti, per condurre in un mondo utopico con al centro il senso del bene comune, mutando quegli sconosciuti in elementi fondanti di una famiglia unita.
Sentirsi per un pò parte di quel mondo e di quella famiglia è stata un'esperienza ricca di insegnamenti e speranze. E' stato avvertire il preciso istante in cui la tua anima si svuota (secondo la cultura giapponese) per fare spazio ad una ricchezza nuova: la vita, il mondo, la memoria.
Inaspettatamente sorpresa ed estasiata di aver vissuto in un sogno.

lunedì 1 settembre 2008

Grazie Africa

Forse non tutti sanno che, o meglio molti ignorano che la prima forma di vita dell'essere umano è stata scoperta in Africa. Darwin, studiando l'essere umano e la sua evoluzione, ha raggiunto la conclusione che l'essere umano è nato in Africa. Tutti noi deriviamo da questa razza, che tanto ci spaventa e ci affascina insieme.
La città di Avellino, per la prima volta, ha incontrato il popolo africano ed, in particolare, quello senegalese, grazie alla lodevole opera di promozione della cultura africana dell'associazione Chiama l'Africa. Per la prima volta, la gente di Avellino si è fermata ad ascoltare la voce dell'Africa e a condividere con essa riflessioni e proposte riguardo le attuali condizioni del continente nero.