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venerdì 27 giugno 2008

Quando la quotidianità è mafia


Ripensavo agli abitanti di Calcata. Alle loro riflessioni riguardo al sud, alla campania. Alla camorra. Alle mafie. E poi leggevo un articolo di questo mese su altreconomia: "La nostra mafia quotidiana". L'hanno capito bene a Calcata: le mafie non appartengono solo alla campania o esclusivamente al sud dell'italia. "Tutti gli italiani dovrebbero unirsi in una grande manifestazione a Roma, sotto il parlamento, e dire NO alle mafie, insieme!", è stata una delle proposte di un simpatico uomo che non vedeva l'ora di esprimersi. Le mafie sono un fenomeno quotidiano, perchè hanno il controllo di tutte le nostre città: i night club, il fruttivendolo, i supermercati, le case popolari, i negozi di abbigliamento, i mobilifici, le sale da gioco, i bar.
E' facile diventare clienti o inquilini delle mafie, anzi, a volte non c'è scelta. Ed è attraverso questa quotidianità che "legalizzano" i propri traffici di cocaina: il carburante della vita notturna di centinaia di migliaia di persone in tutto il nord, dal piemonte al veneto.
La Direzione investigativa antimafia (DIA) dà un'idea della potenza economica raggiunta dalle mafie attraverso il numero di immobili confiscati negli ultimi sei mesi del 2007 (http://www.libera.it/) che dimostrano la loro presenza "fisica" in ciascuna regione d'italia. La lombardia è al quinto posto - dopo sicilia, campania, calabria e puglia - con 570 immobili. Seguono il piemonte con 105, il veneto con 77, l'emilia romagna con 56, la liguria con 26, il trentino alto adige con 15, il friuli venezia giulia con 11.

giovedì 26 giugno 2008

Rifiuti da bruciare?


DIETRO AI NUOVI TERMOVALORIZZATORI CAMPANI SI NASCONDE ANCHE IL GIALLO DELLE PERCENTUALI DI RIFIUTI DA BRUCIARE.
E' chiaro che senza le dovute garanzie politiche degli aiuti economici, quali i CIP6, ai nuovi inceneritori campani, tra cui l’ipotetico termovalorizzatore di Salerno, non ci fosse stato nessuna intenzionalità a bruciare i rifiuti. Ma ciò che ora suscita non pochi sospetti sono le reali percentuali di rifiuti che si vuole inviare alla combustione. La favoletta dei termovalorizzatori che risolvono tutti i nostri problemi tra cui l’emergenza rifiuti in Campania senza alcun costo per l’ambiente e per le tasche dei cittadini non incanta più nessuno, neppure chi li costruisce e li gestisce. Le tecniche alternative allo smaltimento che prevede la combustione dei rifiuti urbani attraverso i termovalorizzatori, ci sono. Prediligere una politica di riduzione a monte di rifiuti ed imballaggi seguita da una raccolta differenziata collegata ad una seria rete di filiere del recupero, del riciclaggio e della rivalorizzazione della materia quale ad esempio gli impianti di compostaggio.
Ora, l'allarme non sono solo i CIP6, ma le reali quantità di rifiuti campani che si vorrebbero incenerire e quindi, di fatto, sottrarre alle filiere della raccolta differenziata.
La produzione di rifiuti urbani nella sola Provincia di Salerno è all’incirca di 470.000 tonnellate all’anno (fonti APAT), così come previsto dal D.lgs 152/06, con il 45% di raccolta differenziata da raggiungere entro il 31.12.2008, da smaltire resterebbero solo 258.066 tonnelate all' anno, con il 65% entro il 31.12.2012, da smaltire resterebbero solo 164.224 tonnelate all' anno.
Ma nel bando di gara per l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti solidi urbani da realizzare a Salerno (RSU e RSA) si parla di potenzialità non inferiori alla totalità dei quantitativi di rifiuti prodotti nella Provincia di Salerno (450.000-500.000 T/A).
Quindi in sostanza si vuole prevedere di incenerire l’intera produzione di rifiuti pregiudicando completamenti il contributo positivo che la raccolta differenziata può dare.
L’oltre 80% dei rifiuti campani è costituito da materiale riciclabile: è il risultato dell’analisi merceologica dei rifiuti condotta dagli stessi tecnici del Commissariato di Governo delegato al superamento dell’emergenza rifiuti in Campania.

lunedì 23 giugno 2008

Essere e Fare il sociologo

La maggior parte delle persone, anche tra quelle più informate ed erudite, pensa che il mestiere di sociologo sia tra i più semplici, tra i meno rischiosi e tra i meno utili al fine di una risoluzione di una problematica. La realtà è ben diversa. Il sociologo è un mestiere mutevole ed in continua evoluzione come la società che si propone di studiare e capire. E' un ruolo preda della velocità del tempo in cui opera. Il mondo cambia in un modo così veloce che costringe, non solo al continuo aggiornamento, ma soprattutto alla continua modifica dei paradigmi di lettura della società. Il sociologo deve imparare a cogliere il cambiamento che lo circonda e, in questo modo, intervenire sulla costruzione di una società migliore.
Un convegno nazionale dedicato all'incontro, allo scontro e all'ascolto di chi ha scelto questo mestiere. Tanti sono stati i contributi offerti nell'arco della sessione di lavoro, e tante le proposte da cogliere per valorizzare questa figura e per costruire una nuova visione del mondo.

domenica 8 giugno 2008

L'Italia che ha...


L’Italia ha paura degli stranieri e gli italiani dei rom.
L’Italia ha paura per la sicurezza dei suoi cittadini, puntando il dito contro non in base a chi sei, ma da dove provieni. L’eccezione è solo la badante. Le badanti che curano gli anziani d’Italia, gli operai e i muratori morti sul lavoro costruendo le case d’Italia, i lavoratori stagionali che portano la frutta e la verdura sulle tavole d’Italia non esistono; loro rappresentano solo le piccole singole eccezioni che ogni italiano ammette tra sé, ma non ha il coraggio di affermarlo in pubblico. L’Italia dimentica che l’Europa ha già vissuto gli effetti devastanti del trend xenofobico e dell’atteggiamento discriminatorio mirato contro gruppi distinti dall’origine / etnia / nazionalità. Diventa superfluo continuare a ricordare i trattamenti discriminanti che gli italiani hanno avuto nel mondo e gli stereotipi che ancora continuano ad essere innescati dalla semplice parola “italiano”. Nell’anno del 60esimo anniversario della Carta dei Diritti dell’Uomo, un paese europeo occidentale come il nostro, si avvia verso la messa in pratica di un pacchetto di leggi razziali che comprendono il reato di immigrazione clandestina, la trasformazione dei Centri di Prima Accoglienza in carceri, l’adeguamento di tutte le leggi europee in materia per discriminare un popolo in particolare, la chiusura delle frontiere in base a criteri etnici e nazionali, e l’obbligatorietà del reddito per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Tutte queste misure, ma soprattutto la chiusura delle frontiere e l’obbligo del reddito, non fanno altro che colpire la gente onesta e lavoratrice ed incentivare la creazione di una fascia di clandestinità che vivrà nell’ombra e nel terrore della prigione “di prima accoglienza”.
L’Occidente ha fatto una lunga strada dal periodo Illuminista fino ad oggi, passando per il diritto americano di ricerca della felicità, per la Rivoluzione Francese, per il sogno di una Unione Europea, tutto per arrivare a dimenticare gli orrori delle guerre mondiali e, in modo superficialmente democratico e, paradossalmente, in conformità con le normative europee, ritornare al buio della rimozione delle persone “indesiderabili”. La piega sensazionalistica che l’Italia ha saputo dare alla fobia sulla sicurezza ha nascosto, sotto un polverone di panico sociale, tutti i veri problemi che la società italiana dovrebbe affrontare per poter dar le giuste risposte ai problemi che la tormentano: industria traballante, stipendi bloccati ai minimi europei, potere d’acquisto spostato dai negozi ai mercatini di quartiere, servizi pubblici nelle mani della mafia e tutte le soluzioni nelle mani degli stessi politici che nel frattempo non hanno fatto altro che arricchire le proprie fedine penali. L’Italia vuole pulire il paese dagli stranieri ''sgradevoli'', scartando tutti quelli che non desidera. Ma, quando tutte le mani si saranno giocate, gli stranieri che l’Italia gradirebbe, desidereranno ancora vivere nell’Italia degli italiani?

domenica 1 giugno 2008

La Fiera delle verità



Questa sala si è riempita sabato 31 maggio dalle ore 10 alle 19 di verità...le diverse verità sul mondo che ci circonda...l'economia e la finanza, la politica, le stanze del potere lontane dalla vita cittadina, le strategie del profitto per un'elite ristretta, le condizioni di vita della popolazione mondiale, il potere delle multinazionali e delle banche.
Viviamo in un mondo in cui chi governa considera importante solo ed esclusivamente la propria versione dei fatti e manipola le informazioni per ingannare gli esseri umani e tenerli in un costante stato di schiavitù.
La 14esima Fiera delle verità ha avuto il suo inizio con un documentario, Zeitgeist. E' necessario e importante guardarlo con attenzione per arrivare ad essere dei cittadini consapevoli riguardo a coloro che ci governano e ci usano per raggiungere il loro piano di dominio e controllo sul mondo.
http://video.google.it/videoplay?docid=4684006660448941414&hl=it
Un ambiente di menti con la voglia smisurata di imparare e di capire ma soprattutto di cambiare le sorti terribili del mondo. Costruire una società dell'uomo e smascherare le strategie dei potenti che nel corso della storia si ripetono sistematicamente.