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domenica 14 febbraio 2010

Senza parole, solo rabbia

Viareggio, zona darsena, lunedì 8 febbraio, ore 02.10

Ballare (e sudare) così tanto era diventata una reminiscenza. Seguire il ritmo di una musica troppo lontana per essere ricordata dalla maggior parte dei sedicenni presenti. Quel ritmo che torna a provocare una bella sensazione. Apprezzare la compagnia e il sorriso di buoni amici.
All'improvviso, l'elemento razionale, che caratterizza la sottile maturità degli anni e un buon lato della personalità, prende il sopravvento. D'improvviso tutto è immobile, fermo, vuoto.
Gli occhi si bloccano su una scena. La mente si concentra su una adolescente. L'animo inizia ad alimentare rabbia, domande, incomprensioni, indignazione.
Perchè a diciassette anni scegliere di bere fino a non capire ciò che ti succede attorno. Fino a dimenticare dov'è la decenza e soprattutto il valore della propria dignità. Posso immaginare che in quel momento la tua giovane vita ha bisogno di soddisfazioni, piaceri, divertimento, una mente sgombra, un cicchetto in più, un movimento con uno sconosciuto. Ma ciò che ho difficoltà a capire è l'accettazione di quelle mani sul tuo corpo, l'indifferenza per quegli sguardi senza pudore fissi su di te, l'incomprensione degli obiettivi messi in atto per questa serata.
Avrei bisogno che tu mi spiegassi, perchè l'unico mio desiderio al momento è quello di prenderti a schiaffi e accompagnarti in fretta a casa. Forse non riuscirò ad avere una chiarificazione. Per ora. Adesso riconosco solo la mia indignazione. La mia preoccupazione. La mia rabbia. Quando ti vedo andare via in quella macchina, con quelle mani e quegli sguardi. Quando mi rendo conto che il loro obiettivo sta per essere raggiunto. E quando assumo la consapevolezza che è tardi per tentare in un aiuto che probabilmente avresti rifiutato. Forse. O forse no.