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lunedì 28 aprile 2008

rESISTEnza

"Il 25 aprile si terrà il V2 Day sulla libera informazione in un libero Stato. Il cittadino informato può decidere, il cittadino disinformato "crede" di decidere. Disinformare è il miglior modo per dare ordini. Si raccoglieranno le firme per tre referendum: l'abolizione dell'ordine dei giornalisti di Mussolini, presente solo in Italia, la cancellazione dei contributi pubblici all'editoria, che la rende dipendente dalla politica, e l'eliminazione del Testo Unico Gasparri sulla radiotelevisione, per un'informazione libera dal duopolio partiti-Mediaset." Beppe Grillo


Nel giorno della Resistenza, il secondo appuntamento del V Day, quest'anno, in tutte le grandi piazze d'Italia, si raccoglieranno le firme per la libertà d'informazione, per uscire dal profondo baratro della disinformazione. Tanti i giovani (come me) presenti in Piazza Verdi a Bologna per seguire in diretta da Torino l'incontro con Beppe Grillo. Si è firmato per Abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria, Abolizione dell'ordine dei giornalisti, Abolizione della legge Gasparri. Il finanziamento pubblico ai giornali costa al cittadino italiano quasi un miliardo di euro all'anno. L'editoria, può quindi, a pieno titolo essere definita editoria di Stato. Ci sono buoni e anche ottimi giornalisti, quelli che scrivono rischiando la pelle, quelli emarginati, quelli sotto pagati. Il 25 aprile non è contro di loro, ma contro l'ingerenza della politica nell'informazione. Il lettore non conta nulla per l'editore di un giornale, contano di più i finanziamenti pubblici (partiti), la pubblicità (Confindustria, ABI, Confcommercio) e i gadget (dvd, fumetti, eccetera). Beppe Lopez ha scritto un libro: "La Casta dei giornali", un viaggio nella disinformazione.
Mussolini creò nel 1925, unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti. L'albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia, il Mastella dell'epoca. Nel 1963 l'albo divenne, con una nuova legge, ordine professionale dei giornalisti con regole, pensione, organismi di controllo, requisiti di ammissione. Una corporazione con dei saldi principi. Infatti nella legge 69/1963 è scritto che: "è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, mentre è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede". Einaudi scrisse: "L'albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti". Berlinguer aggiunse: "Io sono contrario al requisito di qualsiasi titolo di studio per la professione di giornalista, perché considero questo come una discriminazione assurda, una discriminazione di classe, contraria alla libertà di stampa e alla libera espressione delle proprie opinioni". L'informazione è libera e l'ordine dei giornalisti limita la libertà di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge. I giornalisti liberi straccino la tessera, non ne hanno bisogno, il loro unico punto di riferimento è il lettore. La Corte europea di giustizia ha condannato il regime italiano di assegnazione delle frequenze radiotelevisive. La Corte ha dato ragione a Europa 7, le cui frequenze sono occupate dalla rete di propaganda di Arcore, detta anche Rete 4. La Corte ha evidenziato che il regime di assegnazione delle frequenze nel nostro Paese:- non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi- non ha criteri di selezione obiettivi – trasparenti – non discriminatori – proporzionati (poi ha finito gli aggettivi). La sentenza europea segue quelle a favore di Europa 7 della Corte costituzionale, del Consiglio di Stato e dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea del 12 settembre 2007 (che ha bocciato la legge Gasparri). Le frequenze radiotelevisive sono in concessione, significa che sono di proprietà dello Stato, che può decidere, liberamente, a chi assegnarle. Le frequenze sono quindi dei cittadini, di nostra proprietà. Le leggi che hanno regolamentato il sistema radiotelevisivo, dalla Mammì alla Gasparri, hanno creato un mostro: il Testo Unico. Cambiarlo solo in parte è inutile, va eliminato per poter definire, da zero, nuove regole che garantiscano una vera informazione.

sabato 19 aprile 2008

Lentamente muore

Ha vinto l'Italia di Berlusconi.
Ha vinto l'Italia delle promesse mantenute a parole, ma mai nei fatti.
Ha vinto l'Italia del bonus bebè, del bonus famiglia, del bonus auto, ma non quella che è orgogliosa di pagare le tasse.
Ha vinto l 'Italia di Dell'Utri, di Previti, di Mangano, di Cuffaro, degli eroi del mondo d'oggi, ma non di quello partigiano di ieri.
Ha vinto l'Italia del revisionismo, del fascismo reintegrato.
Ha vinto l'Italia conservatrice, quella che crede che la diversità sia un difetto.
Ha vinto l'Italia che carica il fucile di Bossi.
Ha vinto l'Italia che non paga le tasse, che odia Prodi perché le ha tolto dei soldi, nonostante abbia risanato il debito pubblico.
Ha vinto l'Italia che si lascia abbindolare dai sogni e dalle illusioni di un settantenne.
Ha vinto l'Italia degli ignoranti, di quelli che ascoltano gli amici per votare.
Ha vinto l'Italia delle false femministe, quelle che votano destra perché hanno paura degli sconosciuti.
Ha vinto l'Italia che ha paura dell'altro.
Ha vinto l'Italia che non sa voltare pagina, che guarda sempre indietro, che non vuole rischiare.
Ha vinto l'Italia dei 100, nei quali io non mi riconosco più.
Ha vinto l'Italia degli ipocriti cristiani, quelli che difendono la famiglia, e scappano con la prostituta alla prima occasione.
Ha vinto l'Italia dell'illegalità, della mafia, quella che siederà in parlamento.
Ha vinto l'Italia del poliziotto di quartiere, che ha paura di uscire.
Ha vinto l'Italia degli interessi di parte, del partito che difende il popolo e la patria stuprando le altre culture.
Ha vinto l'Italia di quelli che non si mettono in gioco, che non aprono la propria mente, e che vedono solo bianco o nero.
Ha vinto l'Italia che ha ucciso Enzo Biagi.
Ha vinto l'Italia delle dittature, quella che non tollera la verità in televisione, quella che odia essere attaccata nelle proprie debolezze.
Ha vinto l'Italia della Chiesa, di Ruini, di Bagnasco, che straccia ogni cosa che guarda al futuro.
Ha vinto l'Italia che odia le intercettazioni, quelle che fan male, che mettono a nudo le nefandezze dei criminali.
Ha vinto l'Italia che crede che la magistratura sia rossa, che Berlusconi sia innocente.
Ha vinto l'Italia che considera Berlusconi un politico come tutti gli altri.
Ha vinto l'Italia che ha perso il senso civico e democratico.

Lentamente muore l'Italia, gli italiani che non sanno più guardare dentro loro stessi. Lentamente muore chi vota tanto per votare, chi non fa domande su chi li rappresenta, chi crede che la forza risolvi tutto, chi ha paura di rivoluzionare la società. Lentamente muore chi rifiuta il dialogo, chi manda a casa a colpi di fucile l'albanese di turno. Lentamente muore chi non ragiona con la propria testa.

Avrà pur vinto l'Italia, ma oggi mi vergogno di appartenere a questo paese.

lunedì 14 aprile 2008

Pressione fiscale?!

Si parla tanto di Pressione Fiscale, ma cos’è?
E’ semplicemente la proporzione di tutte le entrate che il governo incassa dalle tasse rispetto alla ricchezza prodotta nel nostro paese (PIL).
Vediamo che la pressione fiscale con i governi di centrosinistra e’ stata piu’ alta che con i governi di centrodestra: Governo centrosinistra circa 43%, Governo centrodestra circa 41%.
Ma, Piu’ Pressione Fiscale = Piu’ Tasse? Non Sempre!
Infatti la pressione fiscale aumenta sia quando un governo fa pagare piu’ tasse, sia quando le tasse le pagano piu’ persone!!
Cioe’ la pressione fiscale aumenta quando chi prima non pagava (evadendo) ora inizia a farlo!
Se NON INCLUDIAMO le entrate “extra” che vengono dalla lotta all’evasione e dal trasferimento del TFR (che prima del 2007 non c’era), quanto sarebbe stata la misura della pressione fiscale? Vediamo che la misura della pressione fiscale sarebbe stata piu’ bassa. Ci sarebbe stato comunque un aumento, ma sarebbe stato meno marcato. Quindi l’aumento di pressione fiscale che vediamo in questi due anni, e’ perche’ il governo ha aumentato le tasse o perche’ ha fatto pagare chi prima non pagava? In soli due anni sono stati recuperati circa 23mld di euro!! Quante cose si possono fare con questi soldi? Tante! E’ una somma piu’ grande della manovra finanziaria che ogni anno il governo mette in atto!
Prendiamo ad esempio il 2006 e il 2007. Tutti sanno che il governo di centrosinistra ha esplicitamente condotto una campagna di lotta all’evasione fiscale. Similmente, l’aumento della pressione fiscale 2002/2003 e’ dovuto alla serie di condoni fiscali messi in atto dal governo di centrodestra. L’approccio pero’ è molto diverso. In questo modo legalizzando l’evasione fiscale la si incentiva. Combattere l’evasione fiscale non solo e’ giusto eticamente, ma e’ anche fondamentale economicamente perche’ e’ l’unico modo per poter ridurre stabilmente le tasse in futuro. Se tutti pagano, possiamo pagare meno tutti.

venerdì 11 aprile 2008

I giovani parlano alla politica

Per la prima volta ad Avellino, un partito ha deciso di ascoltare la voce dei giovani...giovanissimi, alla loro prima esperienza di voto, studenti delusi e appassionati, occhi attenti e voci ininterrotte. Un'atmosfera nuova, quasi surreale e reale insieme. Un'esperienza viva di ascolto e di confronto. Vivere un momento come questo aiuta a guardare la politica in modo diverso, alternativo, capace di mettere da parte gli errori commessi fin'ora e sperare in una classe politica più attenta, più trasparente e, forse anche più pulita. L'incontro ha trovato il suo punto di partenza e di discussione, nell'interessante e ironico testo di Giorgio Gaber, "Qualcuno era comunista":
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà. ... la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto una educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche... lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima… prima…prima… era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno era comunista perché la borghesia, il proletariato, la lotta di classe...
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI TRE.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggior partito socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi, solo in Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera...
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno; era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come... più di sé stesso. Era come... due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare... come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.

giovedì 10 aprile 2008

COME SI DIMINUISCE IL DEBITO?

Il debito è un problema per il nostro paese, ma come si riduce?
Per ridurlo la variabile chiave è l’Avanzo Primario. L’Avanzo primario è quello che il governo ha guadagnato meno quello che ha speso, esclusa la spesa per gli interessi sul debito. Proprio come per ogni famiglia indebitata l’avanzo primario è il risparmio a fine anno necessario per pagare le “rate” del debito. Piu’ alto e’ l’avanzo primario, prima si riuscira’ a ridurre il debito.
Cosa hanno fatto i governi di centrodestra e centrosinistra?
Nel riquadro,vediamo come l’ultimo governo di centrosinistra ha lavorato per risanare i conti italiani, riportando in poco tempo l’avanzo primario al 3.1%. Durante il governo di centro destra, invece, nel 2001-2006, l’avanzo primario e’ stato piu’ basso e in continua diminuzione.
Vediamo che il governo di centrosinistra nel 1996-2001 ha mantenuto un Avanzo Primario alto e stabile a circa il 5% del PIL. Cioe’, all’inizio di quel governo, l’Italia metteva da parte circa 40 miliardi di euro ogni anno per ridurre il debito. Dopo i 5 anni di governo ne metteva da parte solo 4! Infatti, sopratutto grazie ad un alto avanzo primario, il debito italiano e’ sceso dal 120% nel 1996 all 108% nel 2001.

martedì 8 aprile 2008

Economia Italiana

Fonte Eurostat
L’ITALIA E’ UN PAESE CON UN DEBITO PUBBLICO MOLTO ALTO.
COSA VUOL DIRE CHE IL DEBITO PUBBLICO È PIU’ DEL 100% DEL PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL)?
Significa che il governo ha un debito piu’ grande di tutta la ricchezza prodotta in un anno in tutta Italia! E’ come se una famiglia avesse un debito tale che per ripagarlo avrebbe bisogno di più di tutto quello che ha guadagnato in un anno. Quindi, si vede molto chiaramente che il debito Italiano e’ quasi il doppio di quello degli altri paesi EURO!

SPESSO SI DICE CHE AVERE UN DEBITO PUBBLICO E’ UN MACIGNO PER LE GENERAZIONI FUTURE, COSA VUOL DIRE?
I governi della prima repubblica, in particolare negli anni '70 e '80, si sono indebitati con la generazione dei nostri genitori.
Quello che ora succede è che questo debito lo dobbiamo ripagare noi giovani senza neanche aver visto un barlume di benefici!
PERCHE' DOBBIAMO RIPAGARE IL DEBITO?
NON SI PUO CONTINUARE A TENERE UN DEBITO ALTO SCARICANDO IL RIPAGAMENTO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE?
In teoria si potrebbe, però da un punto di vista economico sarebbe una politica sbagliata, perche’: Avere un debito alto dà al governo pochi margini per fare politica fiscale. Questo significa avere meno risorse per investire in infrastrutture, sanità, educazione, e gli altri aspetti che sono necessari per far crescere il paese. È come scegliere tra continuare a tirare a campare, o fare alcuni anni di sacrificio accumulando le risorse necessarie per rilanciare il paese.
Inoltre non è prudente avere un debito costantemente alto. Come una famiglia indebitata non può indebitarsi di nuovo se ha dei problemi (a meno che non si vada da uno strozzino); per il governo sarebbe costosissimo contrarre un nuovo debito in un momento di difficoltà del paese.
Infine, un debito alto comporta interessi alti da pagare. Come ogni debito, anche sul debito pubblico bisogna pagare gli interessi. Ogni anno paghiamo circa 60 - 70 miliardi di EURO! Se non avessimo un debito cosi’ grande, tutti questi soldi protrebbero essere spesi per far crescere e migliorare il paese!

lunedì 7 aprile 2008

I principi di democrazia della Terra

Vandana Shiva,scienziata e filosofa indiana,direttrice d'importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite,ha dato vita ad un “decalogo” del vivere su questa Terra.
1. La democrazia della vita di tutte le specie.
Siamo tutti membri della comunita' terrestre.Abbiamo tutti il dovere di difendere i diritti e il benessere di tutte le specie e di tutti i popoli.Gli esseri umani non hanno il diritto di abusare dello spazio ecologico di altre specie e di altri popoli,o di trattarli con crudelta' e violenza.
2. Il valore Intrinseco di tutte le specie.
Tutte le specie,gli umani,le culture e il pianeta hanno un valore intrinseco.Sono soggetti,non oggetti da manipolare o di cui appropriarsi.Gli umani non hanno il diritto di appropriarsi di altre specie,di altri popoli o della conoscenza di altre culture mediante brevetti,diritti di proprieta' intellettuale,o in ogni altro modo.
3. La diversita' in natura e nella cultura.
Difendere la diversita' biologica e culturale e' compito di tutti noi.La diversita' é di per se stessa un fine,un valore,una fonte di ricchezza sia materiale che culturale.
4. I diritti naturali alla sussistenza.
Tutti i membri della comunita' terrestre,inclusi gli umani,hanno diritto alla sussistenza -al cibo e all'acqua,ad un habitat sano e pulito,alla sicurezza dello spazio ecologico.Questi diritti sono diritti naturali;sono diritti innati,dati dal fatto di esistere sulla Terra,e sono protetti nel migliore dei modi dai diritti della comunita' sui beni comuni.Non sono concessi dagli stati o dalle multinazionali,e non possono essere estinti da uno stato o da una multinazionale.Nessuno stato o multinazionale ha il diritto di requisire o compromettere questi diritti naturali,o di sottrarre i beni comuni necessari alla vita mediante privatizzazione o controllo monopolistico.Si tratta di diritti inalienabili.
5. L'economia della Terra.
La democrazia della Terra si base sulla democrazia economica.Nella democrazia della Terra i sistemi economici proteggono gli ecosistemi e la loro integrita',proteggono i mezzi di sussistenza delle persone,e provvedono ai bisogni essenziali di tutti gli esseri.Nell'economia della Terra non ci sono specie o persone a disposizione o non indispensabili.L'economia della Terra é un'economia vivente.Si basa su sistemi sostenibili,diversi,pluralistici che proteggono la natura e le popolazioni,che sono scelti dalle persone,a vantaggio del bene comune.
6. Le economie locali.
La conservazione delle risorse della Terra e la creazione di adeguati e soddisfacenti mezzi di sussistenza si realizza molto piu' agevolmente,creativamente,efficientemente ed equamente a livello locale.La localizzazione dell'economia é un imperativo sociale ed ecologico.Solo beni e servizi che arricchiscono davvero i nostri mezzi di sussistenza e che non possono essere prodotti localmente usando risorse e conoscenze locali,possono venire importati da distanze maggiori.La democrazia della Terra si basa su economie locali elastiche e vivaci,che sostengono le economie nazionali e quella globale.L'economia globale non deve scontrarsi e distruggere le economie locali.
7. La democrazia vivente.
La democrazia della Terra si fonda sulla democrazia locale vivente,dove le comunita' locali sono organizzate in base al principio dell'inclusione,della diversita' e della responsabilita' sociale ed esercitano la più alta autorità sulle decisioni riguardanti l'ambiente,le risorse naturali,la sostenibilità e i mezzi di sussistenza delle persone.Questa autorità può essere delegata a livelli di governo più distanti sulla base del principio di sussidiarietà.La democrazia della Terra é una democrazia vivente.
8. La conoscenza vivente.
La democrazia della Terra é basata su sistemi di conoscenza che hanno al loro centro la Terra e la comunità. La conoscenza vivente é la conoscenza che conserva e rinnova i processi viventi e contribuisce alla salute ed al benessere del pianeta e delle persone.E' conoscenza vivente anche quella che s'incarna nella natura e nella società,che non é astratta,riduzionista e contraria alla vita.La conoscenza vivente é un bene comune:appartiene collettivamente alla comunità che la crea e la mantiene in vita generazione dopo generazione.Tutti gli umani hanno il dovere di condividere la conoscenza tra loro.Nessuna persona o impresa ha il diritto di requisire,monopolizzare,brevettare o appropriarsi in via esclusiva(come proprieta' intellettuale)della conoscenza vivente.
9. Bilanciare i diritti con le responsabilita'.
Nella democrazia della Terra i diritti derivano e sono bilanciati dalle responsabilità.Quelli su cui ricadono le conseguenze delle decisioni e delle azioni,sono anch'essi soggetti che decidono.
10. Globalizzare la cura e la compassione.
La democrazia della Terra collega le persone in circuiti di cura,di cooperazione e di compassione anziché dividerle con la competizione,il controllo e il conflitto.La democrazia della Terra globalizza la compassione,non l'avidità; la pace,non la guerra.

giovedì 3 aprile 2008

Sono una donna pericolosa


di Joan Cavanagh
Sono una donna pericolosa
Non porto bombe nè bambini in grembo
Non porto fiori nè miscugli incendiari
Porto scompiglio nella tua ragione, nelle tue teorie, nel tuo realismo
Perché non giacerò nelle tue trincee né scaverò trincee per te
Né mi unirò alla tua lotta armata
Per trincee più belle e più grandi
Non camminerò con te né per te
Non vivrò con te, né morirò per te
Ma neppure cercherò di negarti il tuo diritto a vivere e a morire
Non dividerò con te neppure un centimetro di questa terra
Finché tu sei maledettamente proteso verso la distruzione
Ma neppure negherò che siamo fatti della stessa terra
Nati dalla stessa Madre
Non ti permetterò di legare la mia vita alla tua
Ma ti dirò che le nostre vite sono legate insieme
E esigerò che tu viva per comprendere questa cosa importante
Che sono una donna pericolosa perché devi sapere, signore
Che sono una donna pericolosa
Perché non tacerò niente di tutto questo
Non colluderò con te
Non avrò fiducia in te né ti disprezzerò
Sono pericolosa perché non rinuncerò, non tacerò
Né mi adatterò alla tua versione della realtà
Tu hai congiurato per svendere la mia vita
E io sono molto pericolosa perché non potrò perdonare né dimenticare
Né mai congiurerò per svendere la tua in cambio.