Repubblica.it > Esteri

Pagine

lunedì 27 settembre 2010

Ricercatori in rivolta

Proprio qualche giorno fa, il Senato ha lanciato la Settimana per il futuro (o il futuro in una settimana?). Anche l'Università di Bologna ha reagito a questa proposta, incontrando il professore di Scienza Politica e Politica comparata Salvatore Vassallo, che attualmente ha un ruolo in Parlamento con il Pd. L'incontro è stato ricco di contributi, soprattutto da parte di molti assegnisti di ricerca e ricercatori provenienti da ogni facoltà dell'Università, da ingegnieria a medicina, da sociologia a matematica e fisica. Tutti insieme: studenti, ricercatori, professori associati e profesori ordinari, hanno cercato di capire, discutere e avanzare proposte riguardo l'attuale riforma. Approvata a giugno di quest'anno, questa riforma (a costo zero per il governo) è entrata in vigore ad agosto, a settembre è iniziata la discussione degli emendamenti che verrebbero approvati tra questa settimana e la prossima, prima dell'approvazione finale che avverrà a metà ottobre. L'iter si ridurrebbe a circa due settimane. Ma come si può decidere il futuro dell'Università e della Ricerca nel giro di pochi giorni?
L'Università e la Ricerca, con l'abolizione dell'Ici, ha perso 1,4 miliardi di euro. E le conseguenze si sono sentite e si avvertono tuttora. Non si parla mai dell'edilizia scolastica e universitaria che ha subito tanto le conseguenze di questa perdita. I problemi che sta causando questa riforma sono molto specifici, relativi ai singoli atenei, i quali rischiano di perdere quell'autonomia conquistata nell'arco di 15/20 anni. La discussione si è evoluta anche verso il ruolo specifico del ricercatore, il quale rischia di essere una figura frustrata e sempre più precaria (anche per 10/15 anni) nell'ambiente universitario. Inoltre, si è parlato ancora dell'iter da seguire per diventare professore associato e poi ordinario, il metodo della valutazione del docente universitario, come gestire una platea di studenti sempre più numerosa.
Le reazioni sono state forti. Le domande numerose. Risposte poche. Speranze tante.