Repubblica.it > Esteri

Pagine

lunedì 29 novembre 2010

Resto o vado

Nelle 4 puntate di Vieni via con me avrò pianto più di quanto non abbia mai fatto negli ultimi 10 anni. E' stato un mese di forti strette al petto, di brividi sulla pelle, di rabbia che ribolliva nelle vene, di scariche adrenaliniche di gioia e attesa, di indignazione, di vergogna, di voglia di scappare da questo paese, di desiderio di restare a lottare per dimostrare chi ha veramente ragione. La domanda che mi rimbomba da quando mi sono laureata (nel febbraio 2008) è sempre stata questa: "Resto o vado via?". E anche qui, la risposta della mia anima e quella della mia mente sono state sempre in conflitto.
Vado via perchè sono stanca di sentire che "non ce la farai, la strada che hai scelto è difficile e pericolosa".
Resto perchè mi sono resa conto che non sono sola.
Vado via perchè mi sento profondamente delusa ogni volta che sfoglio un giornale.
Resto perchè ho capito di avere l'opportunità di fare qualcosa di buono per la mia regione.
Vado via perchè nella mia regione ci sono troppe cose che non vanno.
Resto perchè lamentarsi o sentirsi in colpa non serve a niente e a nessuno, meglio rimboccarsi le maniche e lavorare.
Vado via perchè non voglio più che qualcuno mi dica "stai invecchiando, non hai ancora trovato un fidanzato, di questo passo non ti sposerai mai, sei troppo anticonformista, sei una comunista, tu di certo non cambierai le cose, sei troppo meridionale, devi dimagrire, non conosci bene le lingue, non farai mai il lavoro che desideri, etc".
Resto perchè ho imparato che quello che è giusto per me non arriverà mai dagli altri, ma solo da me stessa.
Vado via perchè qui non ho possibilità di parlare, di farmi ascoltare, di lavorare con dignità, di vivere come una Donna.
Resto perchè anch'io voglio restare e continuare a sentirmi vicina a roberto saviano, nonostante tutto.

venerdì 26 novembre 2010

Un Ponte di affari

I Padrini del ponte. Affari di Mafia sullo stretto di Messina. E' il testo uscito ad aprile di Antonio Mazzeo, sulla base di una documentazione che privilegia le fonti giudiziarie, l'analisi di innumerevoli denunce e indagini sugli interessi criminali attorno alla costruzione del ponte sullo stretto. Sinistra Universitaria e l'Associazione Antimafia NoName giovedì 25 novembre hanno dato l'opportunità a tutta l'Università di Bologna di incontrare e ascoltare l'autore.
Il ponte sullo stretto di Messina. Una storia che va avanti da almeno 30 anni. Da quando è nato questo ponte ha molti padrini. Non si parla solo di promotori istituzionali. E' una vera e propria opera criminale che coinvolge non solo le organizzazioni criminali italiane ('ndrangheta e cosa nostra soprattutto), ma in particolare quelle transnazionali. Tra queste c'è la famiglia del clan Rizzuto, la quale, partita da Agrigento, è diventata una delle più potenti famiglie in Canada nella gestione dei traffici di droga e di armi. I padrini del ponte sono anche i padrini delle guerre mondiali (come Iran e Afganistan), del cemento e dell'informazione. Cinque anni fa la famiglia Rizzuto si è proposta con 6 milioni di dollari per poter entrare nella fase di progettazione del ponte. Finora non è stato ancora costruito proprio per mancanza di soldi. Il governo italiano ci metterebbe solo il 15% della spesa totale. Il resto deve finanziarlo un privato. Il clan Rizzuto entra così in gioco. Il ponte sullo stretto di Messina ha un altissimo valore simbolico. Quest'opera farebbe passare alla storia il soggetto politico che riuscirà a realizzarlo. E questo gli darebbe una fortissima legittimità politica. L'idea del ponte è un'idea vincente perchè porta non solo consenso politico, ma anche tanto denaro a molti. I cantieri sono aperti da anni. Ed è da anni che si consumano, o meglio si rubano soldi ai fondi Fas per lo sviluppo (stimati almeno 1300 milioni).
L'Italia sta diventando il paese delle "emergenze". Un business creato sulle emergenze e sui commissariati speciali: emergenza rifiuti in campania, emergenza terremoto in abruzzo, emergenza frane. Un sistema utile al guadagno di alcuni a spese dei cittadini. Questa rabbia e tutta questa indignazione devono diventare un grande movimento di massa che possa orientare le scelte di coloro che ci dovrebbero rappresentare verso i diritti di tutti senza privilegiare pochi.

giovedì 25 novembre 2010

Le donne del sud

Contagiata dalla tecnica degli elenchi di Fazio e Saviano, oggi, durante la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, anch'io voglio fare il mio elenco. Un elenco dedicato alle donne. Donne del sud. Di ogni sud del mondo. Perchè è questa l'identità che mi appartiene e che vorrei che, almeno qualche volta, qualcuno si accorgesse della sua esistenza.

Le Donne del sud sono attente e appassionate. Sono testarde e sempre convinte di quale sia la cosa giusta da fare. Hanno una forza di volontà e di sacrificio che va aldilà delle loro stesse aspettative.
Le Donne del sud sono vere e in ogni gesto sanno mostrare la loro autenticità. Sanno capire, perchè in grado di guardare oltre, perchè non si accontentano e perchè hanno uno spiccato senso dell'osservazione.
Le Donne del sud seguono il loro istinto e, spesso, si rivela la strada migliore da percorrere. Hanno un carattere forte, una buona arma per garantirsi il rispetto ed evitare la sottomissione. Vedono la loro terra straziata, i loro figli partire, il loro cuore frantumato ma non perdono mai la capacità di lottare.
Le Donne del sud hanno imparato ad usare rabbia e sofferenza e trasformarle in coraggio e voglia di vivere. Non smettono mai di ridere e trovano sempre il tempo di guardare in faccia il sole della loro terra.
Le Donne del sud ti sapranno sempre accogliere con rispetto e con una buona tazza di caffè, anche se non ti conoscono affatto. Troveranno sempre una soluzione che ti possa aiutare se lo chiederai. Sanno mettere i loro problemi da parte per concentrarsi sui tuoi.
Le Donne del sud sanno ascoltare, piangere e consolare nei momenti giusti, a volte senza dire troppe parole. Sanno prepararti una buona cena, organizzarti un momento speciale, o rendere speciale un momento banale.
Le Donne del sud sono le tue nemiche più forti se tradisci la loro fiducia, se manchi loro di rispetto e se pensi di usarle a tuo vantaggio. Loro sanno scovare la verità. A volte vedono ma fanno finta di non vedere. Piangono quando nessuno può vederle. E mostrano una leggera soddisfazione quando dentro si sentono orgogliose.
Le Donne del sud cambieranno il mondo perchè hanno le caratteristiche fondamentali per farlo e per riuscirci davvero.