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sabato 11 dicembre 2010

Il dittatore del bunga bunga

Ieri sera al Paladozza di Bologna eravamo in tantissimi a vivere un momento di spettacolo e informazione con il cantante bolognese Andrea Mingardi, il comico Antonio Cornacchione, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Vauro, il magistrato Bruno Tinti, il poliziotto sospeso Gioacchino Genchi, le video interviste a Dario Fo, Antonio Ingroia e al direttore dell' Economist Bill Emmot.
Eravamo in 7 mila o anche di più. Alle ore 20, con l'arrivo di Di Pietro, il Paladozza era già pieno, ma molti erano rimasti fuori, nonostante la fila iniziata a partire dalle ore 18. Lui comincia a fare entrare gli altri, dirige il traffico umano con decisione facendo occupare tutti gli spazi rimasti vuoti giù intorno al palco. Il Paladozza ha una capienza per questi eventi di 5,700 spettatori.
Temi di discussione: corruzione, soprattutto in vista degli ultimi rimasti affascinati (o meglio comprati) dai soldi del Cavaliere, Scilipoti e Razzi, una corruzione affrontata anche a livello giuridico tramite il sostegno di un magistrato come Tinti; legalità grazie all'intervento di Ingroia; le problematiche legate a questa legge elettorale. Il tutto affrontato in quell'atmosfera tipica di chi è in attesa, di chi spera e di chi crede che questo paese possa essere governato in maniera diversa. Purtroppo Berlusconi ha avuto la fiducia sia al Senato sia alla Camera, ma la speranza di ripulire il Parlamento non è ancora morta. Ci deve essere una possibilità. C'è sempre un'altra possibilità.