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mercoledì 10 gennaio 2007

UE che cresce

L'Unione Europea allo scoccare del primo gennaio ha 27 membri: Romania e Bulgaria hanno fatto il loro ingresso ufficiale tra i Paesi membri dell'Ue. Un avvenimento di portata storica per Bucarest e Sofia che salda i Balcani all'Europa e che arriva 17 anni dopo la caduta del comunismo. Con l'ingresso di Sofia e Bucarest e 30 milioni di nuovi cittadini europei, il baricentro dell'Unione europea si sposta ancora di più ad Est, dopo la grande ondata di adesioni del maggio 2004, quando entrarono 10 nuovi paesi, 8 dei quali appartenenti all'ex blocco comunista. I due nuovi paesi portano in dote tassi di crescita invidiabili dal punto di vista della 'vecchia Europa', attestandosi fra il 5 e il 6%. Ma i problemi rimangono, soprattutto in alcuni settori come la lotta alla corruzione, la gestione dei fondi agricoli e strutturali, gli standard di sicurezza alimentare per l'export di latte e carne e per quanto riguarda la Bulgaria del trasporto aereo. Per i due Paesi, dunque, a partire da oggi inizia una sfida per portare a compimento quelle riforme necessarie a colmare il ritardo che li separa dagli altri paesi dell'Unione. Colf, badanti, lavoratori dell'edilizia di origini romene e bulgare, grazie all'ingresso nella Ue dei loro Paesi, hanno libero accesso al mercato del lavoro italiano. Pochi giorni fa, il consiglio dei ministri ha adottato il regime transitorio previsto dai Trattati di adesione prima di liberalizzare completamente, entro un anno, la circolazione dei lavoratori provenienti dai due Paesi. L'apertura immediata per romeni e bulgari vale per i settori del lavoro dirigenziale e altamente qualificato, di quello agricolo e turistico-alberghiero, del lavoro domestico e di assistenza alla persona, edilizio e metalmeccanico. E' ugualmente prevista l'apertura immediata per il settore del lavoro stagionale. In realtà, come spiega il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, a essere interessati all'apertura delle nostre frontiere sono soprattutto colf e badanti, "molti già presenti nel nostro territorio". Mentre la quasi totalità degli altri Paesi europei ha adottato misure restrittive sul versante del lavoro, l'Italia ha "di rendere completamente libera la circolazione, e quindi i rapporti di lavoro, per quanto riguarda le assistenti domiciliari, i lavoratori dell'edilizia, i lavoratori stagionali in genere, i lavoratori dei settori agricolo e turismo, i metalmeccanici", spiega Ferrero. Il provvedimento del governo riguarda "larga parte dei lavoratori romeni - i bulgari sono pochi - che al primo gennaio 2007 non avranno più bisogno di passare per le procedure dello sportello unico perchè saranno equiparati ai lavoratori italiani". Secondo le stime del ministro, calcolando che in Italia ci sono attualmente circa 2-300 mila lavoratori romeni, il provvedimento potrà riguardare circa 150 mila persone. "Il grosso - ha detto - sono lavoratori già presenti in Italia, infatti gran parte dell'utilità di questo decreto è per le tante persone che hanno fatto la domanda con il decreto flussi. Tantissime famiglie, che hanno in casa le cosiddette badanti, in questo modo potranno assumerle regolarmente senza le lungaggini burocratiche che conosciamo".

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