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lunedì 6 febbraio 2012

Poesie di Curriculum

Ho avuto la possibilità e l'occasione di leggere una poetessa come lei: Wislawa Szymborska. Una vera poetessa. Premio Nobel nel 1996. Morta quest'anno, il 1 febbraio 2012. Fondamentale per aver reso con semplicità il vero significato della parola amore. Utilizzando quelle poche parole che sanno esprimere la grandezza e la enorme complessità di un concetto. "Ascolta come mi batte forte il tuo cuore".
Forse, negli ultimi anni, nessuno ha saputo tradurre in un modo così rapido e intenso il significato della parola Amore.
Leggendo questa donna e poetessa polacca, mi sono imbattuta in un'altra poesia altrettanto famosa, "Scrivere un curriculum". Faccio parte di quella generazione che quasi ogni giorno si trova a fare i conti con la compilazione e la modifica del proprio curriculum. Ma anche con la frustrazione di dover riassumere o quantificare la propria vita, le proprie esperienze, il proprio vissuto in un documento che non sarà mai in grado di mostrare ciò che davvero siamo e come ci siamo arrivati. Questa poesia esprime molto bene le mie attuali sensazioni di fronte a questo foglio che chiamiamo Curriculum.

SCRIVERE UN CURRICULUM, Wislawa Szymborska
Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

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