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martedì 18 marzo 2008

Beati coloro...


Beati coloro che hanno scelto di vivere sobriamente per condividere i loro beni con i più poveri.

Beati coloro che rinunciano a più offerte di lavoro per risolvere il problema dei disoccupati.

Beati i funzionari che sveltiscono gli iter burocratici e tentano di risolvere i problemi delle persone non informate.

Beati i banchieri, i commercianti e gli agenti di vendita che non approfittano delle situazioni per aumentare i loro guadagni.

Beati i politici e i sindacalisti che s’impegnano a trovare soluzioni concrete alla disoccupazione.

Beati noi quando smetteremo di pensare: ”Che male c’è nel frodare, tanto lo fanno tutti”

Allora la vita sociale sarà un’anticipazione del Regno dei Cieli.


Paul Abela

domenica 16 marzo 2008

Un'arca contro le mafie


Quest'anno la XIII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia ci ha visto unirci e marciare a Bari...più di 100 mila persone, bambini, giovani, studenti, insegnanti, istituzioni...insieme per dire BASTA alle mafie, alle illegalità che stanno gravando sull'Italia e sul mondo. E' iniziato nella commozione il discorso di don Luigi Ciotti:"Da qui, da oggi, costruiamo quel NOI per cui ci siamo impegnati in questi anni. Noi, oggi, chiediamo allo stato e ai politici di fare la loro parte e noi c'impegneremo a fare la nostra, a portare il nostro contributo, a sporcarci le mani. Noi, non delegare agli altri. Non chiamiamola più società civile la nostra, ma società responsabile, per chi s'impegna, perchè al momento di essere civili lo sanno fare tutti, ma essere responsabile e sporcarsi le mani sono in pochi a farlo. E non parliamo più di educazione alla legalità: Come facciamo a parlare ai giovani di legalità quando nei loro territori hanno esempi di chi, pur pronunciando la parola legalità, la calpesta ogni giorno?. Chi ha un ruolo pubblico: gl'insegnanti, chi è nel mondo dell'informazione e della politica, deve rispettare due istanze etiche: innanzi tutto quella della propria coscienza. Ma non basta. E' necessaria anche quella della comunità. Se hai un ruolo pubblico devi rispondere alla comunità. Parliamo di educazione alla responsabilità, ad essere cittadini veri, ad essere persone che si mettono in gioco. Non dimentichiamo che, chi è morto per un valore più alto della propria vita, diventa qualcuno che propone la vita nonostante tutto. Dobbiamo democratizzare la democrazia, perchè non è possibile che l'Italia sia al 35esimo posto per la libertà d'informazione...non è possibile che un magistrato per 8 anni non riesce a scrivere una sentenza...non è possibile che quei criminali sono ancora lì ed ogni giorno minacciano il sindaco di Gela...non è possibile morire sul proprio posto di lavoro...non è possibile che non siamo riusciti a mettere nei percorsi penali i reati contro l'ambiente...non è possibile che non ci siano leggi dure...non è possibile che la legge martelli del '93 che dovrebbe regolamentare i flussi bancari non è applicata...perchè le mafie devono essere sconfitte sul piano di quel denaro che in modo illegale e violento costruisce morte. Allora, IN PIEDI costruttori di pace, di diritti, di legalità! Da questa piazza vogliamo che il nostro sogno di libertà si faccia segno nel mondo!"

giovedì 13 marzo 2008

100 e Quindici passi verso la legalita'


Ogni volta nuova e particolarmente coinvolgnte l'atmosfera che si respira quando una città sceglie di unirsi e scendere per strada a dimostrare da che parte vuole stare.
Non è facile scegliere la parte giusta verso la quale schierarsi, ma sicuramente possibile...a dimostrarlo la presenza numerosa di giovani, studenti, insegnanti, bambini accomunati dalla stessa voglia di liberare la nostra città e il nostro paese dalle mafie, dalle illegalità, iniziando da noi stessi fino ai politici che sceglieremo di votare, affinchè vinca la trasparenza, la giustizia sociale e la vita!Questa mattina abbiamo marciato da Quindici a Lauro per colpa della camorra, ci siamo stancati per colpa della camorra, ci siamo uniti perchè abbiao scelto da che parte vogliamo stare.

sabato 1 marzo 2008

Felicemente laureata


Dopo 3 anni di impegno, sacrificio e passione, il 22 febbraio 2008, ho raggiunto la prima tappa di un percorso formativo importante, la laurea triennale. Il lungo lavoro di tesi, realizzato soprattutto grazie all'accoglienza di Preda e al gruppo che mi ha sostenuto in questi mesi, ha portato ad un inaspettato 110... desiderato, sudato, ma sicuramente non previsto!
Vedere la vita concentrata in attimi: i sorrisi, le preoccupazioni, le soddisfazioni, la rabbia, la passione, il momento d'attesa... tutto contemporaneamente e concentrato in qualche ora, ha dato vita alle sensazioni più particolari e sicuramente uniche e ferme ancora lì, in quell'aula, su quel pavimento, lungo quelle vetrate... è il ricordo che mi terrà ancora legata a quest'Università e a questi docenti!

lunedì 18 febbraio 2008

Quando la politica va in crisi

La politica è la più nobile tra le vocazioni. Vocazione, dal latino vocare, significa chiamare. La vocazione è una chiamata interiore, una chiamata per un ‘fare’. Il fare si riferisce all’azione d’amore nei confronti del mondo. Mettere a disposizione le proprie qualità a favore del bene comune.
“Politica”, invece, viene da polis, città. La città era, per i greci, uno spazio sicuro, ordinato e calmo, dove gli uomini potevano dedicarsi alla ricerca della felicità. Il politico sarebbe colui che si prende cura di questo spazio. La vocazione politica, così, starebbe a servizio della felicità degli abitanti della città.
Questo è ciò che hanno insegnato grandi pensatori come Max Weber o Rubem Alves.
Forse per essere stati nomadi nel deserto, gli ebrei non sognavano città: sognavano giardini. Chi abita nel deserto sogna le oasi. Dio non ha creato una città. Ha creato un giardino. Se chiedessimo a un profeta ebreo “cos’è la politica?”, lui ci risponderebbe “l’arte del giardinaggio applicata alle cose pubbliche”.
Il politico per vocazione è un appassionato per il grande giardino di tutti. Il suo amore è così grande che rinuncia al piccolo giardino che potrebbe piantare per se stesso. A cosa serve un piccolo giardino se tutt’attorno c’è il deserto? Occorre che tutto il deserto si trasformi in giardino. Rubem Alves sostiene ancora che: un politico per vocazione è un poeta forte: ha il potere di trasformare poesie sui giardini in giardini veri. La vocazione politica è trasformare sogni in realtà. E’ una vocazione così felice che Platone ha detto che i politici non hanno bisogno di possedere nulla: gli basterebbe il grande giardino di tutti. Sarebbe indegno che il giardiniere avesse uno spazio privilegiato, migliore e diverso dallo spazio occupato da tutti.
Come Max Weber insegna, vocazione è diverso da professione. Nella vocazione la persona trova la felicità nella sua azione. Nella professione il piacere si trova non nell’azione. Il piacere sta nel guadagno che viene da essa. Molti politici vivono di politica e non per la politica.
Tutte le vocazioni possono essere trasformate in professioni. Il giardiniere per vocazione ama il giardino di tutti. Il giardiniere per professione usa il giardino di tutti per costruire il suo giardino privato, malgrado che, per farlo, attorno a sé aumenti il deserto e la sofferenza. Così è la politica. Sono molti i politici professionisti. Rubem Alves afferma: tra tutte le professioni, la professione politica è la più vile. Il che spiega la disillusione totale della gente, a proposito della politica. Guimarães Rosa, quando gli chiesero se si considerava politico, rispose: “Non potrei mai essere politico con tutti questi ciarlatani in giro… al contrario dei politici ‘legittimi’, credo nell’uomo e desidero un futuro per lui. Il politico pensa solo ai minuti. Io sono scrittore e penso all’eternità”. Chi pensa ai minuti non ha la pazienza di piantare alberi. Un albero impiega molti anni per crescere. Rende di più tagliarli.
Forse il nostro futuro dipende da questa lotta tra i politici per vocazione e i politici per professione. Il fatto triste è che molti di quelli che sentono la chiamata della politica non hanno il coraggio di rispondervi, per paura della vergogna di essere confusi con quelli che vivono di politica e di dover vivere con loro.
Forse, se i politici per vocazione si impossessassero del giardino, potremmo cominciare a tracciare un nuovo destino. E invece di deserti e giardini privati avremmo un grande giardino per tutti, opera di uomini che hanno avuto l’amore e la pazienza di piantare alberi alla cui ombra non si siederanno mai.

sabato 16 febbraio 2008

Illuminiamoci meno


Anche quest'anno c'è stata la giornata dedicata al risparmio energetico...

Ecco le buone abitudini per il 15 febbraio (e non solo, ma anche per il futuro)

1. spegnere le luci quando non servono

2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici

3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l´aria

4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l´acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola

5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre

6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria

7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne

8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni

9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni

10. utilizzare l´automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.