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lunedì 7 luglio 2008

Ecco le nostre impronte


Domenica 6 luglio 2008, nella villa comunale di avellino, abbiamo avuto la possibilità di riflettere sulla proposta del ministro Maroni di prendere le impronte digitali ai bambini rom. Il censimento di una minoranza etnica in nome della sicurezza è un alibi per allontanare, discriminare e mettere in atto una politica di repressione. La storia ci ha insegnato che censire una minoranza è il miglior modo per condurla alla ghettizzazione, selezione ed infine allo sterminio. E' piuttosto semplice colpire le fasce deboli della società accusandole della creazione di un clima generale di paura piuttosto che partire dalla definizione di sicurezza come accoglienza, scuola, sanità, lavoro sicuro, strade pulite, diritti per tutti. Le impronte dei bambini rom sono il risultato di una fabbrica della paura che vede coinvolti tutti: istituzioni, partiti, informazione manipolata e i silenzi che cadono del compromesso.


Dopo l'ordinanza del comune di firenze contro i lavavetri e gli accattoni, gli sgomberi dei campi rom a roma e milano, il divieto di accattonaggio ad assisi, i campi rom in fiamme a napoli, la formazione di ronde cittadine e la tolleranza zero, l'introduzione del reato di clandestinità, la militarizzazione nelle nostre città...abbiamo deciso di dire no al razzismo. Durante la mattinata, un gruppo di amici dei rom e dei sinti, hanno raccolto le impronte digitali di chi ha partecipato al sit in: "siamo tutti rom" perchè siamo tutti "cittadini del mondo".

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