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domenica 12 ottobre 2008

AfroScopia, Migranti


Per imparare a conoscere l'Africa, è importante fermarsi anche ad ascoltare gli africani. Un pomeriggio, quello di ieri, al quartiere savena di bologna, organizzato dall'associazione Amani e da coloro che per primi possono parlare di Africa: gli africani. Primo fra tutti, il primo parlamentare di colore nella storia italana, Jean Leonard Touadi. "L'immigrazione è lo specchio fedele della globalizzazione, incapace di affrontare le disuguaglianze economiche mondiali", ha iniziato così il suo discorso. Oggi, l'immigrazione è un fenomeno globale ed epocale, ma, a differenza di ciò che vogliono farci credere, in Italia non c'è l'emergenza immigrazione. Solo il 6% della popolazione italiana è costituita da immigrati, siamo in perfetta sintonia con la media europea. Un'altra questione che pensano di poter risolvere con i militari o con la condanna, è il fatto che l'immigrazione è un fenomeno che non si può fermare. Non c'è alternativa all'immigrazione. Dunque, se non si può evitare, sarebbe meglio per tutti provare ad affrontarla in maniera vera e reale. Innanzitutto, attraverso la cooperazione a monte, e l'interazione a valle. Qiesto approccio sarà possibile attuarlo solo se operiamo un'ecologia del linguaggio, perchè trascurare questo aspetto ha creato ciò che in sociologia si chiama costruzione sociale del nemico. Dal 1991, quando gli albanesi sbarcarono sulle coste italiane, poi con l'11 settembre 2001, il terrorismo e, oggi, il dramma della sicurezza, si è verificata questa costruzione che è entrata prima nelle case e poi nelle menti delle persone, fino a convincersi di qualcosa che non è reale. E' possibile, però, uscire da questa situazione e aprire gli occhi per liberarsi dalla paura sulla quale la politica lucra. Una strada possibile ha 4 caratteristiche: 1, uscire dalla contrapposizione diversità/uguaglianza; 2, etica del simile (perchè in sua assenza la diversità è guerra); 3, via dall'etnocentrismo europeo; 4, uscire dalla staticità culturale, perchè la cultura è un processo sempre in evoluzione.
La meta di ciascuno di noi è farsi uguali nella differenza.

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