Repubblica.it > Esteri

Pagine

lunedì 20 aprile 2009

Mi offendo, Paolo Rossi

"Mi offende il fatto che quando non sono d'accordo su una cosa, mi dicono che remo contro. Mi offendono le nocche dei giornalisti che battono sul vetro delle macchine dei terremotati e chiedono: "Come va? Avete passato la notte in macchina per la paura?", Cosa deve rispondere? No, perchè volevamo vedere l'alba!
Mi offendono quelli che si mettono il casco da pompiere, ma si vede che è per la prima volta. Mi offendono quelli che consolano le vecchiette e ci tengono a farcelo sapere. Mi offendono gli ospedali costruiti come si costruiscono i castelli di sabbia sulla spiaggia. Mi offendono certe parole, tipo "terremotati andate tutti al mare, tanto paga lo stato, fate finta di fare una bella vacanza, e quelli del belice: "ci sarebbe un posticino anche per noi che stiamo nei container da anni". Mi offende l'entusiasmo nazionale per un cane randagio salvato dalle macerie, quando due giorni prima tutti volevano sterminarli in sicilia. Mi offendono le tette delle inviate che stanno troppo su, davanti alle case che vanno troppo giù. Mi offendono gli ingegnieri che dicono che le case che son crollate erano in regola, è il terremoto che non è a norma. E' dalla preistoria che arriva quando cazzo gli pare e non avverte mai!
Mi offendono i gadgets dei quotidiani, la social card, i bambini che urlano a ristorante, ma soprattutto mi offende l'impossibilità di non poter picchiare i genitori di questi bambini. Mi offendono quelli che dicono che l'aids si combatte solo con la castità. Sarebbe come dire che la miopia si sconfigge al buio chiudendo gli occhi. Mi offendono i farmacisti che quando gli chiedi la pillola del giorno dopo, ti rispondono: "E passi domani". Mi offende il silenzio che ci sarà sugli appalti per la ricostruzione. Mi offende il fatto che si accusi roberto saviano per aver detto che ci sarà il silenzio sugli appalti per la ricostruzione. Mi offende che chi invoca silenzio è quello che parla di più. Mi offende e mi danna stare qui a parlare ancora della satira.
Qualcuno ha detto che la vera libertà di espressione è dire quello che la gente non vorrebbe sentirsi dire. Orwell l'ha detto."

Nessun commento: