Mi ricordo di Robin Hood (insieme ai suoi compagni), il bandito dal buon cuore che rubava ai ricchi per redistribuire ai poveri, secondo alcuni della cultura giapponese ed estone. Interpretazioni a parte, la sua filosofia di vita e d'azione sembra sposarsi molto bene con una proposta interessante che arriva dalle facoltà di Agraria e di Sociologia dell'Università di Bologna: il Last Minute Market.
Il Last Minute Market è il risultato positivo di un prodotto tra due quantità negative, matematicamente parlando. L'oggetto della discussione è lo spreco, definito come il più grande fallimento del mercato: tutto ciò che resta invenduto, che non viene acquistato e che, di conseguenza non è consumato. Lo spreco, in questi termini, ha un duplice impatto. Crea le due quantità negative: impatto sull'economia e impatto sull'ambiente. Una possibile soluzione positiva a due elementi negativi è il Last Minute Market. Una rete di attori che lavorano insieme per donare ai poveri tutti i prodotti non venduti e non consumati. Parliamo di prodotti provenienti perloppiù da supermercati, che non possono essere messi in vendita perchè danneggiati, lesionati, ammaccati, con l'etichetta scollata o prossimi alla scadenza. Invenduti perchè non perfetti da attrarre l'attenzione del consumatore. Merce che viene direttamente eliminata durante la prima analisi e selezione in magazzino. Un lavoro che ha messo insieme: università, caritas, parrocchie, supermercati.
Mi ritorna in mente Robin Hood. Un Robin Hood (e la sua squadra di fedeli compagni) del 2010, con un nuovo obiettivo: donare ai poveri lo spreco dei ricchi.
1 commento:
imparato molto
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