Repubblica.it > Esteri

Pagine

lunedì 4 aprile 2011

Noi e loro

Incontrarsi per discutere di guerra. E di pace. Associazioni, partiti, sindacati, gruppi di civili. I pochi presenti hanno parlato, discussi e proposto. C'è una guerra che ormai si consuma da mesi. Forse da anni. A pochi chilometri. Ma ci siamo dentro. Tutti. L'Italia, l'Europa, il mondo. Vedo e sento l'abbandono delle responsabilità e del buon senso. Uomini e donne che hanno avuto il coraggio e la forza di opporsi a regimi dittatoriali fondati sulla bugia. Che hanno avuto la forza di mettersi in viaggio su un barcone rischiando la vita. In nome della libertà e della volontà di prendere in mano il proprio futuro e iniziare a costruirlo. Dalla riva opposta: una politica dei respingimenti, della delega e delle tendopoli. Il momento storico che stiamo vivendo non è facile. Ma pochi stanno facendo la loro parte. Le Risoluzione delle Nazioni Unite del 1973 chiede l'applicazione di due obiettivi fondamentali: l'immediato cessate il fuoco e nessuna violenza sui civili. Oggi si spara ancora in Libia. Nuove bombe. A Brega e a Ajdabiya. E l'Onu si scusa. Non bastano più solo le scuse. E' necessario impegnarsi a trovare soluzioni concrete che mettano al centro il rispetto dei diritti umani con una vera politica dell'accoglienza. Quell'accoglienza che ci stanno insegnando le vecchie signore di Lampedusa o di Manduria. Le uniche che veramente stanno dimostrando al mondo istituzionale e alle istituzioni nel mondo come ognuno può fare bene la propria parte. Che si cominci a Dialogare. Un dialogo costruttivo. Tra Istituzioni nazionali, europee e internazionali. E con i migranti stessi. Persone che vanno accolte e accompagnate.Come risorsa. Non come emergenza.

Nessun commento: