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martedì 20 febbraio 2007

Mezz'ora di vita

Un generale fece un colpo di stato e s'impadronì del potere. Da quel giorno comandò solo lui. Mai dittatura fu più spietata; oltre che del potere, quel generale si era infatti impadronito anche del tempo, e lo usava nel modo più malvagio. Perché la gente lavorasse ininterrottamente, senza mai un giorno di riposo, tolse le feste dal calendario, e dal sabato si saltava al lunedì. Accorciò persino la notte di tre ore, perché si dormisse di meno e si lavorasse di più. Neanche le vacanze permise: abolì il mese di agosto e nessuno potè andare in villeggiatura. Ai ragazzi tolse gli anni più belli, dai 14 ai 21: appena finite le scuole medie dovevano subito fare il servizio militare.
Chi osava protestare non lo puniva con la prigione. E non perché gli fosse rimasto un briciolo di generosità. Aveva escogitato una punizione ancora più crudele: invece di dare, per esempio 20 anni di carcere, quei 20 anni li toglieva. Così, se il condannato aveva 40 anni, diventava di colpo vecchio, arrivando in un attimo a 60 anni.
Esasperato da tante crudeltà, il popolo si ribellò. Depose il generale e lo processò per i suoi misfatti. Fu giudicato da tutta la cittadinanza riunita nella piazza principale. All'unanimità decisero di applicare per lui, per l'ultima volta, le leggi che aveva instaurato. Fu condannato al massimo della pena, a perdere 30 anni. E siccome gli restano da vivere giusto 30 anni e 30 minuti, gli rimase solo mezz'ora di vita.

Appena i 30 minuti cominciarono a scorrere, il generale si gettò in ginocchio implorando pietà. Più le sfere dell'orologio della torre comunale avanzavano, più lui piangeva e supplicava di essere perdonato. Molti, ricordando quanto male aveva fatto, non si commuovevano; altri, invece, a vedere tanta sofferenza, non riuscivano a restare impassibili.

In un paese che vuole essere veramente giusto, dicevano alcuni, bisogna avere pietà.
Non si può avere pietà per chi non la merita, rispondevano gli altri.
Al 29° minuto, viste le opinioni differenti, si decise di votare se condannarlo o no per alzata di mano.
E tu come avresti votato?

E' stato giusto far morire in quel modo Saddam?
Quand'è che sapremo rispondere con la vita alla morte?
Guardando quest'uomo, Giuliano Giuliani, che ha risposto con la vita, l'amore e l'impegno di fronte alla brutale morte di un figlio, penso che se lo vogliamo possiamo ancora cercare di cambiare le ingiustizie di questo mondo.

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