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domenica 11 ottobre 2009

Betlemme attraverso lo sguardo di Naivf

Il primo giorno di Time of responsabilities in Israele e Palestina si e' svolto a Betlemme. Al primo chek point in aeroporto non ho avuto nemmeno la possibilita' di scegliere se avere o no il timbro sul passaporto. Le guardie della sicurezza trasmettevano una tensione incredibile. Si poteva percepirla anche solo stando in fila ad aspettare il controllo.
Betlemme non mi e' sembrata una citta' molto grande, era possibile percorrerla a piedi ma l'istinti mi ha suggerito di prendere un taxi. Aveva ragione. Lui, un uomo sulla cinquantina e' stato la mia guida per tutta mattinata in giro per Betlemme. Guardare la citta' attraverso i suoi occhi e' stato incredibile, mi ha mostrato cose che forse nemmeno immaginavo. Occhi vivi e speranzosi di vedere un cambiamento tra i due popoli. Ma anche occhi sofferenti di chi ha vissuto e vive la segregazione. Il momento migliore e' stato vedere forse il piu' grande insediamento israeliano. Mi ha condotto presso una delle starde di passaggio principale fiancheggiata da un alto muro di reti di ferro intrecciati in cui circola elettricita'. I palestinesi non possono entrare ne' passarvi attraverso per raggiungere Gerusalemme. La cosa peggiore pero' e' il controllo che l'autorita' israleiana ha assunto anche sulla costruzione e demolizione delle case. I palestinesi di betlemme hanno visto portare via le loro case di proprieta' o le hanno viste demolire, insieme alle scuole. In questo contesto inizio a capire un po' ,eglio i significati di segregazione, chiusura, desiderio di pace. Assumono vita, nel senso che si concretizzano in questo luogo. Diventano visibili e chiari nella loro interezza.
PS.
Un caro saluto alle mie amiche e compagne di studio che aspettano di sapere che sto bene!

3 commenti:

Simo ha detto...

E infatti ti stavamo proprio aspettando! Vorrei tanto che i palestinesi potessero fare una vita normale, liberi di decidere come passare le giornate, liberi di viaggiare nella loro terra, di prendere decisioni sulla propria vita. E invece devono sempre fare i conti con tanti muri, ostacoli quotidiani chiamati occupazione. E il tempo passa...
Grazie per il pensiero e a presto! Simo

laBart ha detto...

Eccomi! Pronta a riempirmi delle tue emozioni Roby!
Un forte abbraccio, Ale

Roberta ha detto...

Ragazze sto vivendo davvero un'esperienza importante! Vi vorrei qui con me per condividerla!