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mercoledì 14 ottobre 2009

No place like home

Proprio questa mattina mi sono soffermata sulla scritta che il nostro amico autista palestinese di Betlemme ha appesa al finestrino dell'autobus: "No place like home". Nessun luogo e' bello come quello della propria casa. E' stata proprio questa frase che mi e' tornata in mente quando siamo entrati in un insediamento di Gerusalemme Est, in cui stavano demolendo alcune case che prima appartenevano a palestinesi per costruirne di nuove per gli israeliani.
Siamo in una breve strada senza asfalto. Di fronte a noi c'e' una casa tipo villetta in costruzione. Due operai israe;iani che sono sul tetto ci fanno delle foto con I cellulari. Per costruire questa casa e' stata mandata via una famiglia: la famiglia di Nasser. Nel momento in cui sono stati cacciati, hanno iniziato a vivere li' davanti in una tenda. In quell'istante avrebbero ottenuto la status di rifugiati e forse sarebbero stati mandate in un campo profughi. Ma Nasser e la sua famiglia ha deciso di rinunciare a questo staus per continuare a vivere li', perche' quella e' la loro casa e la loro terra. Conservano ancora le chiavi e non hanno intenzione di andarsene. I giornalisti di Rai news 24 che erano con noi hanno provato a fare delle domande ai coloni israeliani riguardo alla casa di Nasser. La loro risposta e' stata: "Lasciateci I vostri numeri di telefono. Vi richiameremo noi quando decideremo di rispondere".

1 commento:

laBart ha detto...

hey roby! come stai? ma lo sai che sto leggendo Palestina di Joe Sacco? è molto molto bello, poi te lo passo! cercherò di finirlo prima che torni! non sai quanto ti invidio per questo viaggione che stai facendo...!!! poi mi racconterai tutto! un abbraccio
ale