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martedì 29 giugno 2010

rESISTEre

Guardo il suo giovane volto. Affaticato. Sofferente. Mi stupisco. Mi pietrifico di fronte alla sua forza e alla sua pazienza. Faccio troppa fatica a pensare (e anche solo a immaginare) a come potrebbe essere la vita se d'un tratto qualcosa (un tumore in questo caso) si porta via il tuo futuro. E la possibilità di pensare ad un progetto a medio/lungo termine riguardo il tuo lavoro, la tua vita sentimentale, i rapporti umani costruiti nel tempo. La sua forza si scaraventa contro il mio animo fino a percepirla dentro. Dentro le gambe. Dentro i piedi. All'improvviso mi sembra di cadere. La vita è difficile e ingiusta. Ma c'è qualcuno che reagisce, che vede la bellezza anche nella tragedia, che sorride nonostante tutto. C'è molto da imparare da quegli occhi, da quella visione del mondo.
Sto imparando. Ma io, per ora, continuo ancora a pensare che sia profondamente ingiusto.

lunedì 17 maggio 2010

26 km per la pace



Quest'anno la marcia per la pace Perugia-Assisi è stata organizzata il 16 maggio. Una giornata ricca di vento autunnale, di giovani sorrisi, di nuvole nere, di ombrelli aperti, di insolita diversità, di impermeabili gocciolanti, di storie da raccontare. Ricca di vita da consumare. Ricca di speranza da condividere.
La marcia è stato l'ultimo step di un percorso formativo fatto di 2 giorni intensi di incontri, confronti e riflessioni: il Forum dei Giovani. Scuole provenienti da tutt'Italia, studenti universitari, docenti, giornalisti, amministratori. Insieme a parlare di pace. Come fare la pace? Con la politica? Con l'informazione? Con l'Iran? Con l'Africa? Con la legalità e la giustizia? Con il razzismo? Con l'ambiente?
Qualche risposta è arrivata dalle storie di vita, dalle esperienze, dall'ascolto. Fare la pace costa fatica, tempo, energie. Ma forse è l'unica cosa per cui vale la pena anche solo provarci. In fondo, come diceva qualcuno, la bellezza a volte sta nel tentare.

venerdì 30 aprile 2010

Lo spreco dei ricchi per i poveri

Mi ricordo di Robin Hood (insieme ai suoi compagni), il bandito dal buon cuore che rubava ai ricchi per redistribuire ai poveri, secondo alcuni della cultura giapponese ed estone. Interpretazioni a parte, la sua filosofia di vita e d'azione sembra sposarsi molto bene con una proposta interessante che arriva dalle facoltà di Agraria e di Sociologia dell'Università di Bologna: il Last Minute Market.
Il Last Minute Market è il risultato positivo di un prodotto tra due quantità negative, matematicamente parlando. L'oggetto della discussione è lo spreco, definito come il più grande fallimento del mercato: tutto ciò che resta invenduto, che non viene acquistato e che, di conseguenza non è consumato. Lo spreco, in questi termini, ha un duplice impatto. Crea le due quantità negative: impatto sull'economia e impatto sull'ambiente. Una possibile soluzione positiva a due elementi negativi è il Last Minute Market. Una rete di attori che lavorano insieme per donare ai poveri tutti i prodotti non venduti e non consumati. Parliamo di prodotti provenienti perloppiù da supermercati, che non possono essere messi in vendita perchè danneggiati, lesionati, ammaccati, con l'etichetta scollata o prossimi alla scadenza. Invenduti perchè non perfetti da attrarre l'attenzione del consumatore. Merce che viene direttamente eliminata durante la prima analisi e selezione in magazzino. Un lavoro che ha messo insieme: università, caritas, parrocchie, supermercati.
Mi ritorna in mente Robin Hood. Un Robin Hood (e la sua squadra di fedeli compagni) del 2010, con un nuovo obiettivo: donare ai poveri lo spreco dei ricchi.

domenica 25 aprile 2010

Un 25 aprile di commozione


Commozione. La parola chiave di questa giornata, di questa Liberazione nazionale, oggi a Monte Sole, una bellissima e serena località a 30 km da Bologna. Commozione nel canto partigiano del gruppo corale di Marzabotto. Commozione negli occhi delle donnine ultrasettantenni sedute in piazza a ricordare il passato. Commozione nei gesti dei parenti dei partigiani morti a Monte Sole per la resistenza. Commozione nelle parole pronunciate a singhiozzi dell'onorevole Olga D'Antona. Commozione e stimolo nel discorso di Niki Vendola. Una giornata di incontro tra generazioni. Di silenzio. Di riflessione. Di forte senso di umanità percepito dai sorrisi, dai cori, dalle mani. Una giornata di vera commozione e di rafforzamento di un legame con la storia, con la memoria, con tutte le generazioni.


domenica 21 marzo 2010

Legami di responsabilità

La XV Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia, quest'anno, si è tenuta a Milano, la principale città in cui la 'ndrangheta stabilisce il prezzo della cocaina e di tutte le altre sostanze stupefacenti per l'intero nord europa. La regione Lombardia è la prima regione per traffico di cocaina e altre sostanze, ed è la terza regione per numero di aziende confiscate alla criminalità organizzata. Ma Milano è anche la città in cui, nel 1982, nasceva il primo Coordinamento degli insegnanti e dei presidi contro le mafie.
Il titolo della Giornata di quest'anno è "Legami di legalità, legami di responsabilità": la legalità richiama il rispetto e la pratica delle leggi, la responsabilità richiama l'impegno. Attenzione, però, perchè parliamo d'impegno e di rispetto delle leggi da parte du tutti. Tutti. Veramente tutti. Nessun escluso, nessun privilegiato. Il termine "legame" indica una continua tensione, una ricerca autentica di relazione, un rapporto dove sentimento e ragione s'intrecciano continuamente.
La Giornata della Memoria e dell'Impegno nasce e si rinnova per essere un evento non fine a se stesso, ma dentro il tempo e dentro la storia delle persone. E' la tappa di un cammino sociale, educativo e culturale che dura 365 giorni all'anno. L'impegno è il modo vero di fare memoria. L'impegno per tutti di assumersi le proprie responsabilità ogni giorno. Questo vale per tutti noi indistintamente. E tutti siamo qui per sentirci responsabili di un cambiamento,siamo il Noi che vince sull'Io. La ricchezza della democrazia è data da chi ha il coraggio di portare avanti il proprio impegno per una cultura della vita, della legalità, della corresponsabilità, della speranza; mettendo da parte i propri interessi e privilegi a favore del bene comune.

lunedì 1 marzo 2010

Un giorno senza NOI


Primo marzo 2010. Un giorno senza di noi.
I nuovi cittadini italiani di Bologna si sono uniti al resto dell'Italia e dell'Europa per ricordare a tutti i loro diritti e la loro dignità. Colori, lingue, odori nuovi e diversi hanno camminato insieme sventolando un unico simbolo, un unico colore. Il giallo dei diritti umani, della solarità e della luce che si estesa oggi da Piazza Maggiore fino al bellissimo centro storico bolognese.
Per un giorno l'Italia e gli italiani hanno visto coi loro occhi come si vive senza gli immigrati. Molte fabbriche sono state costrette a chiudere oggi. Molte persone iniziano a capire che senza di loro avremmo sicuramente più problemi da risolvere. Molti stanno imparando a convivere e condividere. Tanti sono stati gli immigrati a parlare durante il raduno. Da ogni nazionalità. Da ogni paese vicino e lontano. Dal Pakistan all'Algeria. Dalla Romania al Marocco. Dall'Etiopia al Brasile. E tutti hanno ricordato che anche loro hanno dei diritti e vogliono che siano rispettati. Le loro mani, le loro schiene, le loro energie contribuiscono ad arricchire questo paese. L'Italia glielo deve, gli italiani glielo devono. E si può dire che oggi è l'inizio di un nuovo futuro. Nell'aria oggi si respirava un odore nuovo, quello del cambiamento.

domenica 14 febbraio 2010

Senza parole, solo rabbia

Viareggio, zona darsena, lunedì 8 febbraio, ore 02.10

Ballare (e sudare) così tanto era diventata una reminiscenza. Seguire il ritmo di una musica troppo lontana per essere ricordata dalla maggior parte dei sedicenni presenti. Quel ritmo che torna a provocare una bella sensazione. Apprezzare la compagnia e il sorriso di buoni amici.
All'improvviso, l'elemento razionale, che caratterizza la sottile maturità degli anni e un buon lato della personalità, prende il sopravvento. D'improvviso tutto è immobile, fermo, vuoto.
Gli occhi si bloccano su una scena. La mente si concentra su una adolescente. L'animo inizia ad alimentare rabbia, domande, incomprensioni, indignazione.
Perchè a diciassette anni scegliere di bere fino a non capire ciò che ti succede attorno. Fino a dimenticare dov'è la decenza e soprattutto il valore della propria dignità. Posso immaginare che in quel momento la tua giovane vita ha bisogno di soddisfazioni, piaceri, divertimento, una mente sgombra, un cicchetto in più, un movimento con uno sconosciuto. Ma ciò che ho difficoltà a capire è l'accettazione di quelle mani sul tuo corpo, l'indifferenza per quegli sguardi senza pudore fissi su di te, l'incomprensione degli obiettivi messi in atto per questa serata.
Avrei bisogno che tu mi spiegassi, perchè l'unico mio desiderio al momento è quello di prenderti a schiaffi e accompagnarti in fretta a casa. Forse non riuscirò ad avere una chiarificazione. Per ora. Adesso riconosco solo la mia indignazione. La mia preoccupazione. La mia rabbia. Quando ti vedo andare via in quella macchina, con quelle mani e quegli sguardi. Quando mi rendo conto che il loro obiettivo sta per essere raggiunto. E quando assumo la consapevolezza che è tardi per tentare in un aiuto che probabilmente avresti rifiutato. Forse. O forse no.